Condizionatori, dal primo maggio scatta la stretta negli uffici pubblici

Con la crisi energetica si impone la necessità di tagliare sui consumi. Un emendamento al decreto bollette introduce nuove regole.

Col mese di maggio giù un grado negli uffici pubblici. Ma c’è il rebus su chi dovrà eseguire i controlli.

Nuove regole per i condizionatori negli uffici pubblici. Scatta l’«operazione termostato». I motivi, va d sé, sono la crisi energetica, la dipendenza dal gas di Mosca, la guerra in Europa orientale. È quindi arrivata la stretta. Lo ha ha stabilito un emendamento al decreto bollette.

Dal primo maggio – fino al 31 marzo 2023 – le cose dunque cambiano negli uffici pubblici. Esclusi al momento ospedali e case di cura. Il governo si prefigge di tagliare il consumo di elettricità e di gas. Si cercherà di risparmiare 4 miliardi di metri cubi nel 2022. Per raggiungere l’obiettivo si abbasserà la temperatura negli edifici pubblici, in una prima fase, e si ridurrà l’uso dei condizionatori. Questo fino al 31 marzo 2023.

Le nuove regole e il nodo dei controlli

L’emendamento al decreto Energia è stato approvato in commissione Ambiente e attività produttive. Lo ha proposto il M5S. Il nuovo emendamento riguarda la regolazione di termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni e delle scuole. La media delle temperature dell’aria degli edifici pubblici, nei singoli ambienti di ciascun immobile, non potrà superare i 19 gradi in inverno e essere inferiore ai 27 gradi in estate. Rimane comunque un margine di tolleranza pari a due gradi. Esclusi al momento dalla misura cliniche, ospedali e case di cura.

Il problema sorge quando si tratta di stabilire chi controllerà. In caso di violazione le multe previste vanno dai 500 ai 3 mila euro. I controlli dovrebbero essere fatti di immobile in immobile. Ma non è ancora ben chiaro chi e come dovrà farlo.

Le case private

Ancora più complicato farlo nelle aziende e case private. Nelle abitazioni private al momento non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno, a seconda delle fasce di accensione specifiche dei termosifoni sulla base delle sei zone in cui è divisa l’Italia. Si parte dal 15 ottobre – a Milano e Bologna ad esempio – fino al 1 dicembre a Palermo e Catania. Per chi non rispetta il calendario ci sono multe fino a 3 mila euro. Ad ogni modo le nuove misure su termosifoni e condizionatori non riguardano le case private.

Se si parla di razionare i consumi, il vero nodo rimangono comunque l’industria, i servizi e i trasporti. È in questi settori infatti che viene utilizzata la gran parte dell’energia.

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