Quando anche il papa diventa “amico di Putin”: in Italia nessuno può criticare la NATO [VIDEO]

Anche papa Francesco, dopo aver osato affermare che anche l’atteggiamento della NATO può aver reso Putin più aggressivo, è stato accusato di “putinismo”.

“Forse l’abbaiare della Nato alle porte della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata si”. Questo pensiero, espresso da papa Francesco nel corso di una intervista rilasciata al Corriere della Sera l’altro ieri, ha innescato una serie di polemiche che appaiono tanto surreali quanto esplicative del momento che stiamo vivendo in Italia in questi mesi di guerra. Una polemica folle e pretestuosa che è arrivata quasi a tacciare il pontefice di “putinismo”.

Papa Francesco
Papa Francesco

Nemmeno il papa si salva dal filo atlantismo obbligatorio

Sembra incredibile, eppure è avvenuto. Tra gli altri, anche un personaggio dello spessore di Paolo Flores D’Arcais si è espresso in questo senso, affermando:“anche il papa cade nella propaganda di Putin”. Eppure le parole usate dal papa sono chiare, difficili da fraintendere. Parole che, analizzate una per una ed inserite nel contesto della riflessione che Francesco stava esprimendo, non dovrebbero lasciare spazio a dubbi. Niente da fare: anche il pontefice finisce nel calderone dei “putiniani”, un nuovo girone dantesco creato su misura per chi dissente dall’approccio bellicista ed aggressivo che politica e stampa italiana hanno assunto nei confronti della Russia. Un atteggiamento forzato ed evidentemente strumentale che però deve essere per forza quello giusto: a prescindere da tutto. Rischio escalation? Terza guerra mondiale? Guerra Nucleare? Tanto vinciamo noi. Dobbiamo vincere noi. Questo è il mantra che da Draghi in giù viene ripetuto ossessivamente dalla politica italiana (tranne poche eccezioni), e che viene rilanciato dalla stragrande maggioranza dell’informazione che si è letteralmente messa l’elmetto in testa. Nonostante i sondaggi indichino chiaramente come la maggioranza degli italiani non sia così d’accordo con l’invio di armi in Ucraina. Da dove arriva tutta questa furia guerresca, che appare veramente incosciente e pericolosissima?

Il papa ha capito cosa sta succedendo

Probabilmente papa Francesco lo ha capito bene, quel che sta succedendo: la folle decisione di Putin di invadere l’Ucraina ha fornito un’occasione d’oro agli Stati Uniti, in enorme difficoltà dopo la pandemia, dopo Capitol Hill e dopo   il grottesco ritiro dall’Afghanistan. La guerra di Putin ha fornito a Biden il pretesto per colpire duramente la Russia senza troppi danni collaterali: a combattere infatti sono gli ucraini, al massimo gli europei in caso di escalation. L’America si “limita” a fornire armi a tutti (guadagnandoci), a fornire gas liquido in vece di quello russo (guadagnandoci) e a soffiare sul fuoco. Putin è il perfetto “cattivo” della storia, e purtroppo i leader europei si stanno rivelando strumenti perfettamente utili alle strategie statunitensi. Qual’è il finale di questa vicenda? Una guerra lunga, sanguinosa, dolorosa; una crisi economica permanente, che andrà a rendere deboli e vulnerabili le società europee colpendo sopratutto i ceti sociali più deboli. Il papa questo lo ha capito, perchè il suo sguardo è rivolto innanzitutto ai più sofferenti: i civili ucraini, i bambini, i profughi costretti a fuggire all’estero. Le famiglie, gli anziani che si ritrovano a vivere per strada, avendo perso la casa sotto le bombe. I morti, già tantissimi. Riempiendo l’Ucraina di armi si aiutano queste persone, o si aumenta la loro sofferenza? Non sarebbe stato meglio evitare tutto questo, non “abbaiare” alle porte della Russia, cercare da prima una soluzione politica e pacifica? Questo dice il papa, questo dicono le tante persone che si oppongono all’escalation militare. E nessuna di queste voci ha mai usato parole di giustificazione o di comprensione per le scelte brutali del governo russo. Eppure sono stati tutti bollati come “putiniani”.

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