Benno Neumair, gli audio della madre a un’amica:«Ho paura, dentro di lui c’è una bestia»

Durante il processo in cui è imputato Benno Neumair, accusato di aver ucciso i suoi genitori il 4 gennaio 2021, sono emersi audio della madre

Nel corso del processo a carico di Benno Neumair, accusato dell’omicidio dei suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair, il 4 gennaio 2021, sono venuti fuori messaggi audio, che Laura aveva inviato a un’amica.

Laura e Peter e il figlio-Meteoweek.com

Con lei, Laura si era confidata, alcuni mesi prima che lei e il marito fossero uccisi. Si tratta di messaggi da cui è possibile evincere il forte turbamento che pervadeva la donna.

In uno di questi messaggi, Laura spiega che «Benno è sempre stato pieno di buone intenzioni e poi c’è questa bestia in lui che lo fa andare così. Vediamo se si riesce con calma, per il suo bene, a metterlo in una comunità terapeutica. La diagnosi dei medici tedeschi è che soffre di schizofrenia paranoide con disturbo di personalità e aggressività. Avevo chiesto di mandarlo con un’ambulanza a Bolzano ma è impossibile, per loro deve andare per conto proprio. Cose folli, sarebbe da denunciarli».

I forti timori di Laura Perselli

Madé Neumair e la madre Laura Perselli-Meteoweek.com

Sempre in uno degli audio, Laura dice espressamente:«Ho paura a vivere con un ragazzo così. Ho contattato un primario di psichiatria che è molto bravo e vediamo se si riesce con calma a metterlo in una comunità terapeutica. Siamo stanchi. Ho nascosto i coltelli in cucina e dormo con la camera chiusa a chiave».

Laura lamentava la difficoltà nel gestire gli atteggiamenti di suo figlio:«Ci sono momenti in cui è difficile per noi, non si sa che pesci pigliare. Non si riesce spesso a gestire la situazione, c’è sempre qualche imprevisto. Indubbiamente sta meglio rispetto al mese di luglio però basta anche poco per destabilizzarlo: si arrabbia, si chiude in se stesso. Dice che vuole andarsene ma non si sa dove e a fare che cosa».

La donna chiosa spiegando che il figlio, nel frattempo, stava lavorando in una scuola media, ma non aveva ancora telefonato alla psichiatra che avrebbe dovuto seguirlo. Anzi, l’aveva contattata solo per disdire l’appuntamento, assicurando che si sarebbe fatto risentire, cosa che non è mai accaduta.

Impostazioni privacy