Salario minimo: è il momento di introdurlo, anche se qualcuno dice no

Il dibattito sull’introduzione del salario minimo sembra essere arrivata ad un punto decisivo. Quasi tutti d’accordo, con alcune eccezioni.

Precarietà e stipendi bassi, troppo bassi: questa sembra essere la fotografia del lavoro in Italia, sopratutto per i più giovani, per chi entra nel mondo del lavoro. E se per la precarietà, purtroppo, c’è poco da fare dopo che tutti i governi degli ultimi trent’anni hanno lavorato per determinarla, forse per i salari una speranza c’è.

Salario minimo
Salario minimo

Il salario minimo

L’idea che si possa avere, in Italia, un livello minimo salariale inizia ad essere una priorità: “Il salario minimo è indispensabile, afferma ad esempio il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, mettendo in evidenza come la questione spinosa ed urgente della perdita del potere d’acquisto degli stipendi e dell’aumento delle diseguaglianze “non può essere ignorato”. “Bisogna garantire diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali e alzare le tasse alle grandi multinazionali che escono vincitrici dalle crisi di questi anni, dalla pandemia e alla guerra”, ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio. Però nel frattempo il ddl relativo è bloccato in Senato e nella maggioranza si percepiscono chiare tensioni e spaccature sul tema.  E come avviene per il provvedimento sulla concorrenza e quello sulla delega fiscale, alla fine dovrà intervenire il governo per cercare una mediazione e sbloccare la situazione relativa al salario minimo. Ma come è composto lo schieramento parlamentare “pro e contro” il salario minimo? Per il M5s è un provvedimento prioritario, per il PD sarebbe utile approvarlo entro la fine della legislatura per il Pd, il centrodestra invece si prepara a bloccare il ddl in commissione Lavoro al Senato, dove l’iter che proseguiva molto a rilento dal 2018 si è sbloccato un mese fa. Nel momento in cui si inizierà a votare, è molto probabile che parta lo scontro nella maggioranza.

Renato Brunetta
Renato Brunetta

A favore e contro

 “Se ben studiato il salario minimo è una buona cosa, con vari effetti positivi” sull’occupazione, ha dichiarato  il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Che ha voluto però aggiungere un monito: “Il rischio – ha avvertito – sta nel livello. Se è eccessivo può portare a non occupare persone che vorrebbero lavorare al di sotto a quel livello. L’importante è non legare automatismi che poi ci possono costare”. Più netta la valutazione del segretario del PD Enrico Letta: “Sì al salario minimo e stop agli stage gratuiti. Non è possibile che oggi i primi lavori siano sempre tirocini gratis: noi li vogliamo abolire, come il ministro Orlando ha già cominciato a fare”. E aggiunge: “La questione salariale è fondamentale: c’è l’impegno ad arrivare al salario minimo, come in Germania e in Australia. In Italia i salari sono fermi a 20 anni fa; l’inflazione è ripartita e l’effetto è terribile”. Ma ci sono anche le voci contrarie, come ad esempio quella del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: “Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamole. Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività”.

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