«Cash-dog» fiuta tesoro da 5 milioni di euro nel caveau della villa: coppia di imprenditori nei guai

Cane fiuta-banconote scova un tesoro in contanti, monete d’argento e orologi murati in una villa: era la contabilità fantasma di due coniugi imprenditori.

Ha successo l’operazione delle Fiamme gialle con un labrador «cash-dog» dopo le intercettazioni che accennavano a  «borse da spostare».

Quasi 5 milioni di euro nascosti in un caveau. Li ha scovati un «finanziere» a quattro zampe: un «cash-dog», cioè uno di quei cani, solitamente labrador, addestrati a fiutare contanti. Di solito i «cash-dog» vengono assegnati a valichi di frontiera e aeroporti. Ma questa volta i suoi servigi sono stati richiesti per una perquisizione domestica.

È successo due settimane fa in provincia di Bergamo, durante un’indagine delle Fiamme gialle di Milano sulle cooperative «farlocche», per cercare di anticiparne i fallimenti che dietro di sé lasciano di regola solo debiti col fisco e contributi evasi. In una di queste indagini, nella logistica alimentare del caffè, un giorno un’intercettazione ha “catturato” un frammento di conversazione che accennava a «borse» da «spostare». Non essendoci indizi che facessero pensare alla droga, gli inquirenti hanno immaginato che potesse trattarsi di contabilità in nero. Così il 16 giugno scatta la perquisizione a Martinengo (Bergamo) in casa di una coppia di coniugi indagati con l’ipotesi di aver emesso fatture per operazioni inesistenti.

Un tesoro nascosto nel caveau

Dalla perquisizione però non emerge molto a parte 64 mila euro tenuti nell’abitazione. Finché non entra in azione il cash-dog delle unità cinofile della Guardia di finanza che comincia a fiutare in casa. A un certo punto si agita davanti a una parete di legno. Così i finanzieri scoprono un caveau blindato, apribile solo con codice d’accesso. Che una volta forzato, svela un piccolo tesoro: quattro valigette nere con 2 milioni e 585 mila euro in contanti, altri 740 mila euro in monete d’argento. E ancora: 40 orologi di lusso dal valore di 813 mila euro.

Solo il 5,6% — osserva la Gdf — dei redditi lordi denunciati in dieci anni dai coniugi. Ma i finanzieri trovano anche altro: quattro microfoni per le intercettazioni ambientali, un sistema di localizzazione Gps, e un sistema per scoprire e neutralizzare intercettazioni informatiche attraverso trojan. Una strana combinazione, quella tra denaro e questi dispostivi, su cui adesso la Procura e le Fiamme gialle cercano di fare piena luce.

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