Ucraina, Zelensky: “Russia stato terrorista, va espulsa da Consiglio di Sicurezza Onu”

Zelensky chiede all’Onu di espellere la Russia da Consiglio di Sicurezza dopo il raid missilistico sul centro commerciale di Kremenchuk.

Dal vertice Nato nel frattempo giungono preoccupazione per l’avvicinamento tra Russia e Cina.

Dopo la condanna dell’attacco missilistico russo al centro commerciale di Kremenchuk, definito uno “spudorato atto terroristico”, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede dure ritorsioni contro Mosca, In videocollegamento col Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il presidente dell’Ucraina ha chiesto di espellere la Russia dal Consiglio di Sicurezza. Il capo di stato ucraino ha inoltre auspicato la creazione di un tribunale per giudicare le “azioni terroristiche quotidiane” di Mosca. Zelensky ha definito la Russia uno “stato terroristico” che bisogna “punire”.

Pronta la replica da parte russa. Secondo la quale il raid che l’altro ieri ha provocato almeno 18 morti e 50 feriti a Kremenchuk “ha colpito un deposito di munizioni e l’esplosione ha innescato un incendio nel centro commerciale in disuso”. Lo ha detto il ministero della Difesa russo.

Stoltenberg (Nato): “Russia e Cina vicine come non mai”

A introdurre il vertice Nato a Madrid ieri è stato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, che si è detto “deluso” dall’atteggiamento cinese davanti alla guerra in Ucraina. “Dobbiamo continuare a impegnarci con la Cina ma sono deluso dalla mancata condanna dell’invasione dell’Ucraina“, ha detto Stoltenberg, “la Cina inoltre diffonde molte false narrazioni sulla guerra”.

Stoltenberg ha osservato che Mosca e Pechino “sono vicine come non mai”. Tuttavia, ha aggiunto, occorre collaborare con la Cina su questioni come la lotta al cambiamento climatico. È necessario anche portare avanti  relazioni commerciali “che hanno portato prosperità e la porteranno in futuro”. Questo pur nella consapevolezza dei “rischi” collegati, per esempio, a un “controllo cinese delle infrastrutture critiche come le reti 5G”.

Anche i Paesi della Nato, in particolare quelli europei, pagano un prezzo per le sanzioni antirusse. Ma si tratta del “prezzo della libertà”, ha detto Stoltenberg.  Quanto al blocco delle esportazioni di cereali ucraini, Stoltenberg nega che sia frutto delle sanzioni occidentali. A differenza di quanto sostiene il Cremlino. Il segretario generale della Nato ha affermato di “riconoscere che le nostre sanzioni economiche su parte dell’industria e del sistema finanziario russi abbiano ramificazioni globali sui mercati dell’energia”. “Gli europei pagano un prezzo, non lo neghiamo, ma è un prezzo molto inferiore di quello che pagheremmo se Putin non fosse contrastato, è il prezzo che paghiamo per la libertà”, ha detto Stoltenberg.

Impostazioni privacy