I 9 nodi del “disagio” dei 5 Stelle all’interno della maggioranza

Sono nove i nodi da sciogliere che creano “profondo disagio” nei 5 Stelle all’interno della maggioranza di governo. Ecco cosa emerge

Si concentrano in 9 nodi da sciogliere le motivazioni del forte ‘disagio’ politico che il Movimento 5 Stelle sta vivendo all’interno della maggioranza di governo.

Giuseppe Conte-meteoweek.com

Si tratta di lamentele di cui Conte è riuscito a discutere vis a vis con il premier Mario Draghi, durante un colloquio a Palazzo Chigi, lungo all’incirca 60 minuti. Nel documento indirizzato direttamente all’attuale presidente del Consiglio, vengono elencati quelli che dovrebbero essere gli interventi del governo per impedire una frattura irreparabile tra M5S e maggioranza.

Nel suddetto documento è scritto che il Movimento «al momento della nascita del Suo Governo, ha sin dalle prime ore mantenuto una linea di assoluta responsabilità nazionale, di generosità politica, di consonanza con le indicazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Abbiamo deciso di non volgere le spalle al Paese, in un momento in cui era necessario procedere spediti nella campagna vaccinale e nel completamento del PNRR, dando priorità alla tutela della salute dei cittadini e al rilancio dell’intero sistema economico». 

Si tratta di un comportamento responsabile che tuttavia, secondo quanto spiegano i pentastellati, il Movimento ha pagato dal punto di vista elettorale:«Non si può nascondere che il processo politico e la collocazione nel governo, hanno pesato sul nostro elettorato. Lo hanno sfibrato e anche eroso». Per questo motivo, il Movimento chiede «un forte segnale di discontinuità» dal premier, poiché dal punto di vista di Conte e dei suoi, la «responsabilità di fatto rischia di coincidere con un atteggiamento remissivo e ciecamente confidente». 

I nove nodi da sciogliere sono, nell’ordine: al primo posto, la questione reddito di cittadinanza, su cui il Movimento non intende più «considerare ulteriori restrizioni ancora più penalizzanti, preordinate a restringere la portata applicativa di questa riforma», cui fa seguito la questione salario minimo, che deve essere inserita quanto prima. Al punto 3 si chiede la fine della sospensione del decreto dignità, al punto 4 un intervento straordinario per supportare famiglie e aziende.

Il nodo numero 5 è quello della transizione ecologica, ossia lo stop all’uso delle fonti di energia fossile, e il punto 6 riguarda il Superbonus 110%, con la richiesta che si sblocchi il prima possibile il sistema di cessione crediti. Gli ultimi tre punti su cui si incentra il documento riguardano infine la richiesta di ripristinare il cashback fiscale, un piano per rateizzare le cartelle esattoriali, e introdurre un sistema legislativo che impedisca che vengano violati i privilegi parlamentari da parte del governo.

Impostazioni privacy