Vertice Conte-Draghi: i pentastellati dettano le loro condizioni al governo

Il leader del M5s ha messo sul tavolo del premier Draghi le richieste pentastellate che vincolano l’appoggio del Movimento al governo.

Ma la mossa dei Cinque stelle non è piaciuta all’ala destra della maggioranza, aumentando le tensioni interne all’esecutivo.

Risposte chiare in tempi ragionevoli. Ha tutta l’aria di un piccolo ultimatum quello presentato ieri a Draghi da Conte. Il presidente M5s ha incontrato il premier a Palazzo Chigi per trattare la permanenza del Movimento Cinque stelle nel governo. Conte ha messo sul piatto i ‘cahiers de doléances’ pentastellati, vale a dire le richieste concordate in mattinata al Consiglio nazionale M5S. Che prevedono la difesa del superbonus, il salario minimo, interventi in campo sociale e la riconferma del reddito di cittadinanza. Richieste vincolanti, sulle quali si gioca il sostegno dei pentastellati all’esecutivo.  Confermando che all’interno del Movimento c’è un’ala numerosa – la più corposa, soprattutto alla Camera – che vuole staccare la spina a governo. Anche se una parte non vorrebbe togliere l’appoggio all’esecutivo.

Adesso la partita si sposta sul dl Aiuti, il provvedimento con misure da 23 miliardi a sostegno delle famiglie, sul quale il governo metterà la fiducia. Ragione per cui parte dei deputati 5s vorrebbe dire sì al decreto. All’uscita da Palazzo Chigi, Conte ha avuto parole nette: “Ho consegnato un documento” al presidente del consiglio, manifestazione di “un forte disagio politico” del M5S. “Servono risposte chiare in tempi ragionevoli”, ha detto Conte facendo presente che il premier ha preso tempo.

I Cinque stelle chiedono cambio di rotta

L’ex premier ha confermato la volontà di sostenere il governo, a condizione di un cambio di rotta. “Siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo, come fatto fino ad ora in modo leale e costruttivo”, ha aggiunto Conte che poi ha spiegato i passi che, a suo modo di vedere, dovrebbe fare l’esecutivo.

“Ieri – ha detto l’ex premier – sono aumentati i prezzi di energia e gas e dobbiamo intervenire immediatamente con un intervento straordinario, 200 euro non bastano. Dobbiamo approvare il salario minimo, dobbiamo offrire a tutti i contribuenti un piano di rateizzazione straordinaria delle cartelle fiscali. Ovviamente non permettiamo più che il reddito di cittadinanza sia messo quotidianamente in discussione. Vogliamo che sia sbloccato l’incaglio dei crediti del superbonus”.

Il presidente M5S ha poi spiegato la posizione pentastellata sul dl Aiuti: “Sul decreto Aiuti la nostra posizione è molto chiara, l’abbiamo già anticipata in Cdm non partecipando al voto: c’è una norma che non c’entra nulla e va contro la tradizione del M5S. Noi non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e consentire nuove trivellazioni di notte“, ha dichiarato Conte.

Le reazioni dell’ala destra della maggioranza di governo

La mossa pentastellata non è passata inosservata nel centrodestra, con la Lega che ha fatto intendere che non accetterà l’apertura di una corsia privilegiata all’agenda pentastellata da parte del governo. Una linea affiorata nell’incontro tra Salvini e Giorgetti di ieri mattina.

Il ministro dello Sviluppo economico vuole blindare l’esecutivo Draghi ma il segretario leghista ai suoi ha fatto un discorso chiaro: è inaccettabile che il centrosinistra promuova misure divisive come lo ius scholae e la cannabis. In pratica, la tensione nella maggioranza di governo non si placa. Questo anche perché tra i Cinque stelle regna il pessimismo su possibili aperture di Draghi alle richieste presentate da Conte.

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