Conte convoca Consiglio nazionale del Movimento per domani mattina

La convocazione è giunta a poche ore dalla visita a Palazzo Chigi. Conte sta preparando l’incontro con il premier Draghi. 

La convocazione del Consiglio nazionale M5s per domani, lunedì 4 luglio, viene a poche ore dalla visita di Conte a palazzo Chigi ed è necessaria all’ex premier per avere un mandato forte a trattare e per chiarire che la questione con il governo è di stampo politico.

Giuseppe Conte (GettyImages)

Il capo del Movimento sta infatti organizzando l’incontro con Mario Draghi e tutti e due desiderano sia risolutivo, poiché l’attuale premier non vuole farsi lacerare. Chiede infatti certezze, o dentro o fuori, con tutte le conseguenze che ne verrebbero. Pure Conte, tuttavia, attende risposte chiare quando incontrerà il premier con il documento che sarà redatto dal Consiglio nazionale.

Le richieste dei pentastellati sono legate ad alcune misure, a partire da investimenti cospicui per la transizione energetica al salario minimo, alla tutela del reddito di cittadinanza e l’apertura di una nuova fase di diplomazia nel conflitto in Ucraina. Voci nel Movimento dicono che l’ex premier chiederà a Draghi di non concedere la fiducia al Dl Aiuti, ma di concedere margini di manovra ai grillini perché non intendono votare la regola sul termo-valorizzatore.

Il governo, tuttavia, non esclude di blindare la misura, mentre potrebbe venire incontro ai pentastellati stralciando l’emendamento inoltrato dal centrodestra che ridimensiona il sostegno tanto caro ai grillini. Di fatto le condizioni che Conte potrebbe porre a Draghi sono: se c’è spazio nell’esecutivo per un confronto di matrice politica, se c’è l’opportunità di una cabina di regia pre consiglio dei ministri per conoscere le misure, se si può in qualche modo incidere nella scrittura delle norme per evitare che in futuro si crei un caso come quello del termo-valorizzatore di Roma presente nel Dl Aiuti.

Conte, nel confronto con il premier proverà a comprendere se il M5s può avere una prospettiva politica nel proseguire a sostenere l’esecutivo. Questo perché nei gruppi parlamentari la spinta a tirarsene fuori è sempre più insistente. Gli alleati dell’ex governo giallorosso lo hanno capito, poiché Conte non ha fornito nessuna rassicurazione nel voler rimanere legato al governo.

Ecco perché il Pd è preoccupato in merito alle mosse di Conte, perché se sorgessero dei partiti che volessero uscire dal governo, si potrebbe andare solo al voto anticipato. E qualcuno inizia a non considerare impossibile che si voti ad ottobre. E in tutto questo c’è in ballo anche il destino del centrosinistra. Una rottura col premier creerebbe un vuoto non facile da colmare tra 5Stelle e Pd.

Ma Conte eventualmente dovesse verificarsi uno strappo nel mese di settembre, potrebbe riprendere il vecchio progetto di costruire un proprio brand. C’è chi auspica che domani Conte faccia una sorta di patto con Draghi.

L’ex premier, pressato da chi vuole uscire e chi invece vorrebbe evitare scosse al governo, dopo l’incontro con Draghi dovrebbe richiamare i big. L’obiettivo è cercare di evitare ulteriori perdite all’interno del M5s.

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