La crisi di governo secondo Mastella: “Dopo Draghi c’è solo Draghi”

Il sindaco di Benevento, politico esperto di scuola democristiana, commenta le criticità del governo e la scelta di Giuseppe Conte di mettere in difficoltà il premier Mario Draghi. 

La delicata situazione del governo Draghi vista da un vecchio democristiano di lungo corso. Che Clemente Mastella di Parlamento e di politica ne capisca parecchio è assodato: nella vita ha fondato due partiti, creato e disfatto maggioranze, ricoperto incarichi da ministro, sottosegretario, senatore e infine da sindaco di Benevento per due volte.

Ecco perché la sua opinione ha un peso nel commentare la crisi, sentirlo parlare è sempre illuminante. “Avevo due zii, Diamante, la sorella di mio padre, e Giovannino. Lei sembrava una quercia, lui era pieno di problemi di salute. Ebbene: zia Diamante è morta quindici anni prima” racconta Mastella a cui piace spesso usare le metafore. Insomma, per il primo cittadino di Benevento “Le maggioranze ampie e apparentemente solide cadono prima, quelle fragili restano in piedi di più” per essere più espliciti.

O trovano in questi due-tre giorni una via d’uscita onorevole per i 5 Stelle oppure Draghi salirà al Colle e rimetterà il mandato“. Sebbene perché tra lui e il partito fondato da Beppe Grillo non sia mai corso buon sangue, Mastella sa che “non si può dire che l’atteggiamento dei 5 Stelle sia pretestuoso. Hanno bisogno di alzare i toni per recuperare l’irrecuperabile“.

LA CRISI DI CONTE

I pentastellati non vogliono far cadere il governo ma sono alla ricerca di voti, visto l’avvicinarsi della campagna delle politiche del 2023 e dopo le batoste elettorali subite nelle recenti amministrative. “Hanno dilapidato un tesoro e adesso cercano di tenersi almeno pochi spiccioli” continua l’ex-ministro. Ma “la battaglia è molto difficile: se i 5 Stelle escono dal governo finiscono isolati, senza nemmeno più l’alleanza con il Pd. Conte si è infilato in un vicolo cieco, invece doveva fare come Di Maio“.

L’ex-presidente del Consiglio Conte “quando ha smesso di fare il premier, puntando sulla credibilità e il consenso che aveva, avrebbe dovuto costruire un partito suo mentre ora si trova a guidare un partito che è molto lontano da lui e dal suo spirito moderato“.  Ma si può arrivare a una soluzione pacifica senza sconquassare l’esecutivo? “Non ho gli elementi per dirlo. La verità è che siamo alla fine dell’esperienza di governo. Anche la Lega mostra evidenti segni di insofferenza“.

COSA FARA’ DRAGHI?

Il premier è andato a chiedere consigli al presidente Mattarella, stanco dei continui ricatti dei partiti e di una maggioranza che sembra destinata a finire ogni giorno.  Ma “Draghi non è un politico – continua Mastella -, è stato chiamato a fare il premier per rispondere a un’emergenza. Se dovessero mandarlo a casa, potrebbe comunque restare il riferimento di una vasta area, anche se lui non farebbe mai un partito per candidarsi, come fece Mario Monti. Ma il draghismo senza Draghi sarebbe comunque possibile“.

LETTA E DI MAIO

Mastella dà un suggerimento al segretario del Pd, secondo lui l’addio del Movimento 5 Stelle al governo sarebbe insostenibile per i dem, per cui Enrico Lettadeve guardare al centro, a quello che è successo alle ultime elezioni in Campania e in Puglia. Quest’area che tutti fanno finta di non vedere, c’è“. Incredibile a dirsi, ma ha anche parole d’elogio per Luigi Di Maio: “Cinque anni fa con lui non avrei mai pensato di portare avanti politiche comuni, ora invece ha dato una grande prova di responsabilità“.

L’UNICO PREMIER POSSIBILE

Quindi fine della maggioranza, si andrà a votare in autunno? “Il voto a ottobre? Da noi non è consuetudine e poi bisogna fare la finanziaria. Con una maggioranza in Parlamento, anche senza M5s, si potrebbe comunque affidare il governo a qualche personalità. In fondo potrebbe essere ancora Draghi, se lui accettasse, ma la vedo difficile” conclude il sindaco di Benevento.

Impostazioni privacy