Sciopero dei taxi: manifestanti occupano piazza del Plebiscito a Napoli

Centinaia di auto hanno invaso la piazza più famosa di Napoli per protestare contro la scelta del governo di liberalizzare le licenze dei taxi. E’ solo l’ultima delle manifestazioni in tutta Italia. Le motivazioni dei tassisti. 

Continuano le proteste dei tassisti contro le misure del governo inserite nell’articolo 10 del ddl concorrenza per la liberalizzazione delle licenze. L’ultima manifestazione è avvenuta questa mattina a Napoli in piazza del Plebiscito e ha creato gravi disagi ai cittadini.

Oltre 500 tassisti hanno occupato la pizza parcheggiando le loro automobili bianche all’interno dell’emiciclo, proprio tra il Palazzo reale e la Basilica di San Francesco di Paola. Lo stop del servizio sta creando problemi al trasporto pubblico, con lunghe file di cittadini e di turisti che hanno ripiegato sugli autobus, presi d’assalto nella stazione centrale di piazza Garibaldi nel capoluogo partenopeo, in particolare per raggiungere l’aeroporto di Capodichino.

In questi giorni una delegazione di lavoratori era stata ascoltata dal sindaco Gaetano Manfredi, che aveva anche avuto un colloquio telefonico con il vice ministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova.

LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO

Come detto, i sindacati denunciano la scelta del governo di aprire al libero mercato e alle multinazionali del settore chiedendo lo stralcio della parte sul ddl concorrenza che riguarda le licenze dei taxi. In particolare si chiede la cancellazione della parte che richiede un “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web“, nonché “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze”.

Abbiamo presentato le nostre rivendicazioni al Governo” spiega il presidente di Consortaxi Napoli Ciro Langella, “la categoria dei tassisti ha già fatto troppi sacrifici in questi anni e sta continuando a pagare i costi della crisi, prima del Covid, poi dei carburanti. Non accetteremo altri attacchi, perché non sarebbe giusto“.

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