Dopo oltre 10 anni la BCE aumenta i tassi: paura per prestiti, mutui e recessione

La BCE è intervenuta con un rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale.

Era oltre dieci anni che questo non avveniva. A far paura alla Banca Centrale Europea è la fortissima inflazione.

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Secondo molti analisti l’inflazione che oggi è all’8%, potrebbe arrivare addirittura alla doppia cifra. Decisamente una situazione preoccupante nei confronti della quale la Banca Centrale è stata costretta ad intervenire.

Il rischio del rialzo dei tassi: troppe incognite

In realtà molti hanno criticato la Banca Centrale Europea per essere intervenuta sui tassi soltanto adesso.

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Infatti già dall’inizio dell’anno numerosi analisti ed economisti sottolineavano come la Banca Centrale Europea e le sue omologhe nel resto del mondo avrebbero già dovuto alzare pesantemente i tassi perché l’inflazione era davvero preoccupante. La Banca Centrale Europea da mesi continua a ripetere che l’inflazione è un fenomeno transitorio e di scarsa importanza. Di conseguenza in realtà molti considerano piuttosto tardivo l’intervento soltanto adesso della Banca Centrale Europea. Ad ogni modo anche la Federal Reserve negli Stati Uniti non è stata particolarmente tempestiva nell’aumento dei tassi.

Una mossa tardiva ma pericolosa

Tuttavia anche se l’aumento dei tassi a questo punto è assolutamente necessario non sono pochi ad essere preoccupati per le conseguenze di questo. Infatti un aumento dei tassi soprattutto se ne sono previsti altri nel tempo, rischia di rendere molto più sconvenienti i prestiti e i mutui. In generale la situazione per l’economia peggiora e diventa più dura. Molti temono che l’aumento dei tassi possa anche accelerare l’arrivo della recessione economica. Infatti i tanti allarmi sull’economia globale potrebbero sfociare ben presto in una recessione. Con le condizioni peggiorate a causa dell’aumento dei tassi e con il denaro reso più costoso, questo processo potrebbe diventare più veloce e più grave.

Mutui e recessione: i troppi allarmi per l’economia

Può significare anche un forte innalzamento dello spread e la richiesta da parte dell’Unione Europea di politiche di duro rigore. La preoccupazione più grande è proprio per i ceti meno abbienti. Infatti il rigore economico potrebbe costringere il governo italiano a tagliare pesantemente la spesa sociale.

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