Alessia Pifferi ha chiesto al suo legale che cosa voglia dire essere condannati all’ergastolo

Dalla prigione in cui è rinchiusa, Pifferi, che ha lasciato morire la figlia di 18 mesi, ha chiesto al suo legale che cosa voglia dire essere condannati all’ergastolo

Come ormai ben sappiamo, poiché questa vicenda ha riempito le pagine di cronaca di tutti i giornali, Alessia Pifferi, 36 anni, è la donna che ha lasciato la figlia di 18 mesi sola in casa per sei giorni, e quando è poi rientrata casa, a Milano, l’ha ritrovata senza vita.

Alessia Pifferi-meteoweek.com

La donna, arrestata, è ora in carcere. E proprio da lì arrivano nuovi dettagli sulla sua detenzione come riporta il suo legale, Solange Marchignoli, che ha raccontato a Telelombardia che Pifferi voleva andare ai funerali di sua figlia. L’avvocata ha raccontato che la sua assistita le ha domandato che cosa voglia dire ‘ergastolo’.

In merito allo stato detentivo, Marchignoli afferma che Alessia Pifferi «capisce di essere in carcere ma non capisce il disvalore di quello che ha fatto». Nell’intervista, la legale ha raccontato che dopo aver letto le carte dell’indagine, qualcosa non le ridava:«Mi sono detta: non è possibile. Facevo fatica a comprendere come fosse possibile lasciare una bambina a casa per tanti giorni e non rendersi conto di quanto potesse essere grave». 

Dopo aver incontrato Pifferi, Marchignoli ha raccontato di aver visto una donna «apparentemente in una bolla. Non ha la struttura intellettuale per comprendere. Io le parlo, lei mi guarda ma non mi vede e non credo sia una questione di shock». L’avvocata descrive Pifferi come una persona che non sta bene:«Mi ha detto che le manca la sua bambina».

Nell’intervista a Telelombardia, Marchignoli ha poi parlato della presa di consapevolezza della 36enne che la bambina è morta. Poi, in un incontro, l’indagata avrebbe domandato all’avvocata cosa vuol dire ergastolo. Per ciò che concerne la linea intrapresa dalla difesa della 36enne, l’avvocata ha detto:«Abbiamo incaricato il prof. Sartori, neuroscienziato, e cercheremo di capire se ci sono delle “lesioni”». 

Marchignoli ha anche spiegato l’idea che si è fatta, ossia che in questa vicenda «c’è qualcosa che manca, non è possibile che sia semplicemente una mamma che decide di lasciare la figlia perché ritiene sia un pacco postale. C’è qualcosa di molto grave che non torna, magari nel passato della donna», ha chiosato l’avvocata Solange Marchignoli nel colloquio avuto a Telelombardia.

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