Ucraina, Zelensky ‘purga’ ancora i servizi di sicurezza: via altri capi

Una nuova scossa, dopo quella avvenuta a luglio, nei centri del potere a Kiev. Zelensky licenzia o sposta importanti esponenti dei servizi di sicurezza.

Il mese scorso il capo di stato ucraino aveva rimosso la procuratrice generale e il capo dei servizi segreti, il potente Sbu. Adesso arriva una nuova serie di “purghe” da parte di Zelensky: silurati altri importanti funzionari dei servizi.

Altre “purghe” nei servizi di sicurezza ucraini dopo i clamorosi defenestramenti di luglio – Meteoweek

Un altro terremoto politico – c’è chi parla di una vera e propria “purga” – del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei servizi di sicurezza. La notizia l’ha data il Kiev independent: il capo di stato ucraino ha firmato dei decreti per rimuovere i capi dello Sbu a Kiev e nelle regioni della capitale, di Leopoli e Ternopil.

Stando ai decreti pubblicati sul sito web della presidenza ucraina, Serhiy Zayats è stato licenziato dal posto di capo della direzione principale dei servizi nella regione di Kiev. Zelensky ha destituito dalla sua carica anche Yuriy Boreichuk, capo della direzione principale dell’Sbu nella regione di Ternopil. Il presidente ucraino ha invece spostato Artem Bondarenko dal posto di capo della direzione dell’intelligence nella regione di Leopoli a quello di capo della direzione principale dell’Sbu a Kiev e nella regione della capitale.

A luglio erano già cadute teste eccellenti

L’ex procuratrice generale Irina Venediktova e l’ex capo del servizi segreti Ivan Gennadyevich Bakanov, silurati a luglio da Zelensky – Meteoweek

Una ‘purga’ che segue quella di un mese fa, nel pieno del conflitto e del momento più delicato dell’assalto finale delle forze russe al Donbass. Il presidente ucraino allora aveva silurato la procuratrice generale, Irina Venediktova (nominando al suo posto Oleksiy Yuryevich Symonenko), e il capo del servizi segreti,  Ivan Gennadyevich Bakanov, suo amico d’infanzia.

Erano due tra le cariche apicali, fondamentali per la loro indipendenza per l’equilibrio dei poteri in un Paese come l’Ucraina, dove vige la legge marziale, e in cui i mass media sono vincolati a un unico telegiornale nazionale a reti unificate. Oggi come allora, per Zelensky occorreva agire rapidamente: in gioco c’era “la sicurezza nazionale”, aveva detto il leader ucraino. I due erano accusati di aver controllato poco e male i loro rispettivi organi.

Per la presidenza di Kiev centinaia di collaboratori dei due uffici risultavano accusati di alto tradimento e collaborazione con i servizi segreti russi. (si parlava di oltre 650 provvedimenti penali a carico dei dipendenti di procure, organi di indagine preliminare e altre forze dell’ordine).

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