L’Ue divisa sul blocco dei visti turistici per i cittadini russi

L’Europa si spacca al Consiglio informale dei ministri degli Esteri che si è incontrato a Praga. Borrell tenta una mediazione

Nel corso del Consiglio informale dei ministri degli Esteri, l’Europa ha mostra una certa spaccatura in merito ai pareri su un’eventuale stop ai visti turistici per i cittadini della Russia.

Josep Borrell-meteoweek.com

Da un lato, infatti, i Paesi scandinavi e baltici che incalzano sull’urgenza di bloccare i visti turistici ai cittadini russi, con la Lettonia che considera «moralmente inaccettabile permettere loro ancora di visitare l’Ue in un momento di sofferenza dell’Ucraina». Idem a detta della Lituania, che insiste per una «radicale riduzione se non totale cancellazione dei titoli di viaggio», così come richiesto anche dalla Finlandia.

Altri Stati, invece, non si trovano affatto d’accordo su questa linea. In primis, Francia e Germania. L’Europa è dunque spaccata al tavolo dei ministri degli Esteri, che ha avuto un incontro a Praga. In questo contesto, sta tentando la mediazione l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica Estera, Josep Borrell. Anche lui non concorda su un blocco dei visti turistici.

Borrell ha comunicato che al tavolo del Consiglio ci sono parecchie posizioni distanti tra loro:«Alcuni Stati vogliono un divieto totale, altri vogliono solo lavorare sul quadro dell’attuale divieto di facilitazione del visto. Non posso anticipare il risultato finale, ma sono sicuro che saremo in grado di cercare un approccio equilibrato a questo problema». 

Francia e Germania hanno voluto precisare il proprio pensiero in una nota diffusa:«Sebbene limitiamo i contatti con i rappresentanti del regime e le autorità alle aree di vitale interesse dell’Ue, dobbiamo combattere strategicamente per i ‘cuori e le menti’ della popolazione russa, almeno per i segmenti non ancora completamente estranei all’Occidente». 

Sempre nella nota redatta dai due Stati, il suggerimento è quello di pensare a vie «intelligenti per sfruttare l’importante leva dell’emissione di visti per i nostri Paesi. Dobbiamo quindi esaminare attentamente le domande di visto presentate da cittadini russi per potenziali rischi per la sicurezza, in particolare quando si tratta di richiedenti che sono collegati al governo russo o ad agenzie ufficiali.

Allo stesso tempo, pur comprendendo le preoccupazioni di alcuni Stati membri in questo contesto, non dovremmo sottovalutare il potere trasformativo dell’esperienza della vita nei sistemi democratici in prima persona, soprattutto per le generazioni future». 

 

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