Draghi all’Onu: “Condanniamo con fermezza violazioni di Putin”. E rassicura sull’Italia

L’ultimo discorso da premier di Mario Draghi all’Onu: “Condanniamo con fermezza le violazioni di Putin, chiare le responsabilità del conflitto”. E rassicura sulla posizione dell’Italia anche dopo le elezioni.

Si è tenuto poche ore fa il secondo e ultimo discorso del premier Mario Draghi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in diretta dal Palazzo di vetro alle Cancellerie. Tra i punti principali toccati dall’analisi del presidente del Consiglio, la posizione italiana in merito alla linea di Putin.

Draghi all'Onu Condanniamo con fermezza violazioni di Putin. E rassicura sull'Italia - meteoweek.com
Draghi all’Onu: “Condanniamo con fermezza violazioni di Putin”. E rassicura sull’Italia – meteoweek.com

Per Draghi, il Cremlino sta minacciando “i valori” e “gli ideali” della comunità internazionale. Comunità che deve restare unita e rispondere senza remore all’arroganza di Mosca. E rassicura anche: “L’Italia anche nei prossimi anni continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato”.

“Chiare le responsabilità del conflitto, condanniamo con fermezza”

Durante la giornata di interventi che ha aperto la 77esima Assemblea generale, tenutasi ieri sera, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha pronunciato il suo ultimo discorso da premier alle Nazioni unite. Un discorso con il quale il presidente uscente ribadisce il pugno duro contro la Russia, mentre tende una mano “senza indugi” a sostegno di Volodymyr Zelensky “Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola. Ma è nostra responsabilità collettiva trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo. Dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest’aula”, ha infatti spiegato Draghi all’assemblea. Con i quattro referendum d’indipendenza nella regione del Donbass definiti “un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza”, il premier ha incalzato sull’importanza di sostenere l’Ucraina, “unica scelta coerente” allo stato attuale delle cose.

Un discorso, quello di Draghi, che ha preceduto di poco quello di Vladimir Putin, rinviato di ora in ora, e con il quale il presidente russo ha minacciato di ricorrere alle armi nucleari. Importante non indietreggiare, dunque, nemmeno sulle sanzioni disposte dalle istituzioni finanziarie. “Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. Il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia russa si contragga quest’anno e il prossimo di circa il 10 per cento in totale, a fronte di una crescita intorno al 5 per cento ipotizzata prima della guerra”, ha infatti incalzato Draghi. Ricordando, tuttavia, come tali misure abbiano avuto effetti negativi sempre più ingenti anche sui Paesi schierati contro la Russia.

Alla luce di ciò, è “essenziale preservare la coesione sociale”. Bisogna “continuare a perseguire la cooperazione”, come già accaduto con la pandemia, intensificando al contempo anche la lotta al cambiamento climatico. Le crisi innescate dalla guerra sono infatti innumerevoli: da quella alimentare, energetica, a quella economica, in un mondo già provato dalla scia di morti mietuti dal Covid e agli ultimi disastri naturali. Fondamentale allora “riscoprire il valore del multilateralismo”, per affrontare efficacemente insieme i problemi globali.

Infine, poco prima dell’applauso con cui è stato congedato dagli altri vertici internazionali, il premier ha rassicurato gli alleati in merito a quelli che saranno i possibili risultati e cambiamenti post elezioni del 25 settembre: “Anche nei prossimi anni, l’Italia continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato, aperta all’ascolto e al dialogo, determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale”.

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