Emergenza gas, misteriose perdite dal gasdotto: sospetti, paura e tensioni

Cosa è successo ai gasdotti Nord Stream 1 e 2? Incidente o sabotaggio? E se sì, chi ne è responsabile?

Attorno al mistero delle falle si è scatenato un vortice di accuse, sospetti e polemiche internazionali.

Ha pochi dubbi la premier danese, Mette Frederiksen. Per Copenaghen le tre falle che hanno causato rilevanti cali di pressione e perdite nel Mar Baltico sono il prodotto di “atti deliberati” e non di un incidente. Le perdite, stimano i danesi, dovrebbero durare almeno per una settimana, vale a dire fino all’esaurimento del metano fuoriuscito dai tubi sottomarini dei gasdotti.

Anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è intervenuto per affermare che un eventuale sabotaggio “non sarebbe nell’interesse di nessuno“. Blinken ha anche ha evidenziato che la perdita “non avrà un impatto significativo sulla resilienza energetica europea”.

Registrate due forti esplosioni

Le bolle di gas dovute alle perdite del gasdotto – Meteoweek

L’osservatorio sismico svedese ha registrato “due forti esplosioni” nelle acque vicino al tratto del gasdotto Nord Stream dove si sono verificate le perdite. “Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni”. Lo ha dichiarato alla televisione nazionale svedese Stv Bjorn Lund, docente di sismologia e direttore della rete sismica nazionale svedese. “Si vede chiaramente come le onde rimbalzino dal fondo alla superficie. Non c’è dubbio che sia stato uno scoppio”. Una delle due esplosioni, spiega l’emittente svedese, ha avuto una magnitudo di 2,3. Ben 30 stazioni di misurazione nel Sud della Svezia l’hanno registrata.

La prima esplosione è stata rilevata verso le 2:03 di lunedì notte, mentre la seconda alle 19:04 di lunedì sera. Gli allarmi sulle fughe di gas sono giunti all’amministrazione marittima verso le 13:52 e le 20:41 di lunedì. Alcune navi avevano notato bolle in superficie. Svt sostiene di aver ottenuto le coordinate delle due esplosioni: sarebbero nella stessa zona dove si sono verificate le fughe di gas. Lund esclude al momento che le esplosioni siano dovute a esercitazioni militari, come talvolta succede.

Dito puntato su Mosca

Entrambi i gasdotti – Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – attraversano il Mar Baltico trasportando gas naturale dalla Russia alla Germania. Forse non è un caso che le esplosioni si siano verificate mentre è prevista l’inaugurazione della Baltic Pipe, una nuova pipeline per diminuire la dipendenza di Polonia e altri paesi europei dal gas fornito da Mosca.

Attualmente nessuno dei due gasdotti trasporta gas naturale verso l’Europa. Un blocco dovuto sia all’invasione russa dell’Ucraina, sia al “congelamento” di Nord Stream 2 e allo stop alle forniture di gas di Nord Stream 1 imposto da Mosca. Tutte e due le pipeline però risultano piene. Tensione a mille dunque, con l’inevitabile scambio di accuse. La Polonia punta apertamente il dito contro Mosca parlando, per bocca del premier Mateusz Morawiecki, di un “atto di sabotaggio”. Anche la Germania ritiene non casuali le esplosioni e ipotizza “attacchi ai gasdotti”.

Ha preso posizione anche il Cremlino che esprime la sua estrema preoccupazione e afferma – attraverso il portavoce Dmitry Peskov – di non escludere “nessuna opzione”, tra cui “il sabotaggio”.

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