Fuga di gas da Nord Stream, emissioni come 20mln di auto: “Disastro climatico ed ecologico”

Nord Stream, le fughe di gas rischiano di provocare un “disastro climatico ed ecologico”. Greenpeace: “Emissioni pari a quelle di 20 milioni di auto, equivalenti a 30 milioni di tonnellate di CO2”.

A causa di alcune perdite inspiegabili provenienti da due gasdotti russi nel Mar Baltico, sta fuoriuscendo un’ingente quantità di gas naturale. E proprio tali allarmanti emissioni di gas serra, che finiscono tutte nella nostra atmosfera, potrebbero provocare delle pericolose calamità climatiche.

Fuga di gas da Nord Stream, emissioni pari a 20 milioni auto Disastro climatico ed ecologico - meteoweek.com
Fuga di gas da Nord Stream, emissioni pari a 20 milioni auto Disastro climatico ed ecologico – meteoweek.com

Questi sono avvertimenti di Greenpeace Italia. Gli ultimi tweet, del resto, parlano chiaro: “Secondo nostri calcoli preliminari, il potenziale impatto climatico della fuoriuscita di metano da #Nordstream 1+2 potrebbe essere di 30 milioni di t di CO2eq (equivalenti a quella quantità di CO2, n.d.r.) in un periodo di 20 anni (GWP20)”.

Il gas fossile che fuoriesce dalle tubature sottomarine è composto quasi interamente da metano, un potente gas serra che attualmente riveste il ruolo di seconda causa principale di cambiamento climatico dopo la CO2. “Nel prossimo ventennio (cruciale per l’azione sul #clima) ogni tonnellata di metano emessa ha un impatto pari a 84 tonnellate di CO2eq. Le perdite di gas sono un disastro climatico, spiega ancora l’Ogn.

Emissioni pari a 20 milioni di auto: “Disastro climatico ed ecologico”

Come spiegato da Greenpeace, le infrastrutture per i combustibili fossili sono intrinsecamente pericolose. Se i sabotaggi o gli incidenti causano perdite massicce, anche il ‘normale funzionamento’ degli oleodotti e dei depositi di gas provoca costanti perdite di metano, enormemente sottovalutate”. Della stessa linea è anche il chimico atmosferico David McCabe, scienziato senior presso la ong Clean Air Task Force. “Ci sono una serie di incertezze, ma se questi gasdotti soffrono di malfunzionamenti, l’impatto sul clima sarà disastroso e potrebbe persino provocare effetti senza precedenti, ha infatti affermato McGabe.

Quanto sta succedendo, dunque, rappresenta un ulteriore conferma di “sia pericoloso affidarsi al gas fossile”. “L’Ue e i governi – sottolinea Greenpeace – dovrebbero fare tutto il possibile per promuovere la transizione alle rinnovabili e ridurre gli sprechi energetici, non cercare nuove forniture di gas”.

McCabe e altri esperti affermano che al momento non è ancora possibile valutare l’entità della perdita. Ciò è dovuto gli scarsi dati ottenuti in merito ad alcuni fattori, quali la temperatura del gas contenuto nel gasdotto, la velocità con cui la struttura sta perdendo il metano, e quanto di questo verrebbe assorbito dall’acqua prima che riesca a raggiungere la superficie.

Ma poiché entrambi i gasdotti Nord Stream contengono principalmente metano, “il potenziale che possa scaturire un evento di emissione massiccio e altamente dannoso è molto elevato”, afferma McCabe. Considerando infatti gli effetti in un arco di tempo che va da qui a 20 anni, il metano ha più di 80 volte la potenza di riscaldamento del pianeta rispetto all’anidride carbonica, e circa 30 volte la sua potenza in 100 anni.

Stefano Grassi, capo del gabinetto del commissario all’Energia dell’Unione europea, ha affermato che tali fughe rischiano di diventare “un disastro climatico ed ecologico”. “Siamo in contatto [con gli Stati membri dell’UE] per esaminare cosa è successo e trovare il modo più veloce per fermare le perdite ed evitare danni peggiori”, ha spiegato Grassi in un suo ultimo tweet.

A scoprire le falle, si ricorda, è stata la polizia svedese, impegnata nel monitoraggio dell’area con barche e aerei insieme alle autorità danesi. Per il momento sono registrate due perdite in ogni gasdotto (Nord Stream 1 e 2): due nell’area della Danimarca, e due nell’area della Svezia. Le acque, sottolineiamo, sono tuttavia internazionali.

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