Bolletta record da 2,5 milioni: prefetto della città scrive a Draghi

Una bolletta dal costo gigantesco rischia di far chiudere un’azienda. Il prefetto della città chiede al presidente del Consiglio di intervenire sia per poter rateizzare i pagamenti sia per calmierare i prezzi, anche perché la chiusura repentina di questa impresa potrebbe mettere in pericolo l’intera comunità. 

Ancora una storia di vite di imprenditori devastata dal costo alle stelle dell’energia e che potrebbe avere serie ripercussioni anche sulla comunità. La vicenda questa volta da Varese e il prezzo della fornitura è davvero esorbitante: 2 milioni e mezzo di euro.

La “vittima” è un imprenditore che tratta la fusione di ghisa per l’industria elettromeccanica, automobilistica, meccanica ed edilizia. Se lo scorso anno l’ultima bolletta era di 960mila euro, stavolta è praticamente triplicata e l’azienda rischia di fallire anche perché non è stato possibile chiedere una rateizzazione del pagamento. Ma purtroppo la questione non si limita solo al rischio per l’impresa.

Il prefetto della città di Varese Salvatore Pasquariello non è rimasto con le mani in mano dopo la notizia e ha deciso di scrivere di persona all’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi per fargli conoscere questa vicenda e chiedere di intervenire tempestivamente perché la chiusura dell’azienda rischia di fare un grave danno.

Alla richiesta di rateizzazione della somma presentata al fornitore di energia elettrica – scrive il prefetto -, all’imprenditore è stato risposto che dovrà corrispondere l’intera somma in 30 giorni, pena la sospensione della fornitura. Questo provocherebbe un vero disastro non solo per l’uomo ma anche per la sicurezza pubblica in quanto “sarebbero necessari almeno dieci giorni per la messa in sicurezza dell’impianto, onde evitare eventi pericolosi quali scoppi, esplosioni e incendi, per i quali l’imprenditore vorrebbe essere sollevato da ogni responsabilità“.

La situazione ‘paradossale’ – continua il prefetto di Varese – è che in presenza di un buon livello di ordinativi e commesse, si contrappongono notevoli difficoltà sia con le materie prime, a causa di aumenti di costi insostenibili e per i trasporti internazionali, sia con l’acquisizione di fonti energetiche“.

Inoltre l’imprenditore “su questo fronte auspica che da parte del Governo possano essere da subito adottate azioni di sensibilizzazione nei confronti dei fornitori, che sono spesso grandi soggetti, in qualche caso partecipati dallo Stato“. E infine “i fornitori potrebbero prendere in considerazione una rinegoziazione dei tempi di pagamento, per permettere alle imprese di riacquisire un equilibrio finanziario“. Speriamo che la vicenda si chiude presto e senza conseguenze sia per l’azienda che per la sicurezza pubblica.

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