Hunter Biden, guai grossi in vista per il figlio del presidente Usa: rischio carcere per lui

Guai senza fine per il figlio di Joe Biden. È finito sotto la lente degli agenti federali per alcune sue false dichiarazioni del passato.

L’Fbi avrebbe raccolto prove a sufficienza per incastrarlo. Ma l’ultima parola spetta al procuratore federale.

Di nuovo nell’occhio del ciclone Hunter Biden. Il secondogenito del presidente americano è finito nel mirino dell’Fbi. Secondo il Washington Post gli agenti federali avrebbero le prove dei suoi reati fiscali e di una falsa dichiarazione sull’acquisto di una pistola. Adesso, secondo le fonti citate dal Washington Post, toccherà al procuratore del Delaware la decisione se presentare o meno le accuse a carico del figlio di Joe Biden.

Nel 2018 Hunter Biden comprò una pistola. Sul modulo da sottoscrivere al momento dell’acquisto dichiarò di non fare uso di droghe. «Sei un consumatore illegale o un dipendente da marijuana o da qualsiasi sedativo, stimolante, stupefacente o qualsiasi altra sostanza controllata?». A questa domanda del registro delle transazioni sulle armi da fuoco (obbligatorio a livello federale), Biden Jr. barrò la casella «No».

Lo ha rivelato il DailyMail, che ha in suo possesso alcuni documenti sulle indagini, compresi dei messaggi privati di Hunter Biden. Nel suo libro di memorie (“Beautiful Things”), Hunter ha raccontato però del suo passato difficile con gli stupefacenti, rivelando di essere stato «dipendente dal crack» e la sua lotta per uscire dalla dipendenza. In alcuni messaggi privati scambiato col proprio terapista, Biden Jr. racconta che a portargli via la pistola era stata la compagna, per il timore che potesse usarla contro sé stesso.

Indagini iniziate anni fa

Hunter Biden – Meteoweek

Le indagini su Hunter Biden vanno avanti da anni e fornirono parecchio materiale all’arsenale polemico di Donald Trump per la campagna elettorale del 2020. L’inchiesta inizialmente si era focalizzata sulle consulenze e sui contatti oltreoceano del figlio del presidente Usa. Ma col tempo l’attenzione degli agenti federali si è concentrata sul reddito e sul fisco, oltre che sulla falsa dichiarazione del 2018 per acquistare l’arma da fuoco.

Stando a ciò che riferisce il Washington Post, già da mesi gli agenti federali sono giunti alla conclusione di aver messo assieme un sufficiente numero di prove per incriminare Hunter Biden. Ma la decisione di presentare o meno le accuse spetta Dipartimento di Giustizia. Dato l’alto interesse politico sul caso, il ministro della Giustizia Merrick Garland ha detto molto chiaramente che la supervisione del caso di Hunter Biden ricadrà sul procuratore del Delaware, David C. Weiss (nominato da Donald Trump). Garland non ha intenzione di interferire sulla vicenda di Hunter Biden e, spiega il Washington Post, non sta facendo pressioni su Weiss affinché prenda una decisione.

«L’indagine su Hunter Biden è in corso, il dipartimento di Giustizia è un organo indipendente». Così ha commentato la vicenda la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.

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