Adescato dalla finta amica: svolta nell’omicidio dell’anziano incappucciato e strangolato durante una rapina

Tre arresti per la brutale uccisione di un pensionato in provincia di Lecce, rapinato e imbavagliato a giugno di quest’anno.

Sulla sua morte l’ombra dell’adescamento da parte di una donna che gli avrebbe teso una trappola assieme ad altri complici.

Donato Montinaro – Meteoweek

Lo hanno ucciso durante una rapina nella notte tra il 10 e l’11 giugno. Sono entrati in casa sua, l’hanno legato e imbavagliato. Poi lo hanno picchiato, lasciandolo lì ad agonizzare finché non è subentrata la morte per asfissia. Adesso sono tre (due donne di 58 e 48 anni e un uomo di 39) gli indagati per la morte di Donato Montinaro, ex falegname di 75 anni, ucciso a Castrì di Lecce. Le due donne, a quanto trapela, sarebbero le menti della rapina sfociata in omicidio. Il gip Laura Liguori le descrive così: «Costantemente impegnate nella ricerca, anche attraverso i social network, di anziani benestanti ai quali chiedere somme di denaro, in cambio di intrattenimenti telefonici ed erotico-sessuali personali».

E infatti il 75enne, vedovo, che viveva con la figlia disabile, era benestante. E non faceva segreto, anche in pubblico, di custodire in casa grosse somme di denaro. Era scettico infatti verso le banche. Oltre al terzetto c’è anche un quarto uomo indagato a piede libero.

Una delle due donne, la 58enne, conosceva l’ex falegname, col quale si era incontrata prima del delitto in circostanze ancora non del tutto chiare (forse una relazione). Era dunque al corrente dei soldi che l’uomo teneva in casa: nel 2015 aveva riscosso una polizza assicurativa di 68 mila euro e ogni mese riceveva oltre 3 mila euro di pensione, inclusa quella della figlia. Per i carabinieri sarebbe stata proprio quella donna a progettare la rapina durante la quale Montinaro morì non per le botte ricevute, ma asfissia da soffocamento.

La pista del cellulare della vittima

Lo ha accertato il medico legale, secondo il quale l’uomo, oltre che pestato e immobilizzato con fascette in plastica a un tavolo, è stato anche imbavagliato e incappucciato con lenzuola e tanto di nastro adesivo che gli stringeva il collo.

I rapinatori-killer si portarono via una motosega e una somma di denaro (non quantificata). Il corpo senza vita dell’ex falegname fu ritrovato, incappucciato e legato a una sedia coi pantaloni abbassati, la mattina successiva. Ad accorgersi di tutto fu la badante della figlia.

I presunti responsabili sono stati arrestati dopo tre mesi, ma gli investigatori si erano messi rapidamente sulle loro tracce dopo aver trovato per strada il cellulare della vittima (caduto probabilmente agli assassini durante la fuga), dal quale era emerso che l’ultimo contatto del 75enne era stato proprio con la donna di 58 anni, incontrata il 16 maggio a Castrì con la sua complice.

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