Reddito cittadinanza, ecco come le imprese possono toglierlo a chi rigetta un lavoro

Anche l’impresa può decidere di fare una segnalazione a chi percepisce il reddito di cittadinanza e rigetta un lavoro: ecco come

Coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza devono stare attenti a rigettare una proposta lavorativa, anche quando è fatta dall’impresa senza la mediazione dei centri per l’impiego.

reddito cittadinanza-meteoweek.com

In molti, infatti, non sanno che anche le imprese, oltre ai centri per l’impiego e navigator, possono far togliere il reddito di cittadinanza a chi rigetta una proposta di lavoro, chiaramente se questa è considerata adeguata come disposta dal D.Lgs. 150/2015 e dal D.L. 4/2019. I datori di lavoro, infatti, potrebbero segnalare ai centri per l’impiego, quei percettori che per loro volontà non intendono lavorare, dimostrando tuttavia che l’offerta di lavoro proposta era adeguata.

Tuttavia, pochi datori di lavoro hanno scelto di avvalersi di questa legge, per lo più perché non sanno di poterlo fare. Per procedere con questa segnalazione, il datore di lavoro, dopo il rifiuto, dovrebbe contattate il centro per l’impiego competente e spiegare cosa è successo. Il centro per l’impiego, a quel punto, esaminerà le motivazioni contattando il percettore del reddito, e poi mettendo a confronto quanto detto dall’impresa, in modo da fare una verifica per capire se c’è l’intento di rigettare la proposta lavorativa.

Nel caso in cui dovesse esisterne prova scritta, per esempio mail o sms in cui c’è scritto a chiare lettere che il beneficiario di RDC non intende accettare la proposta di lavoro, il centro per l’impiego potrebbe subito emettere la sanzione.

Quando la proposta di lavoro è appropriata

Rdc- LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

Di solito, non tutte le offerte lavorative possono essere ritenute appropriate. Nello specifico, non si possono rifiutare quelle che propongono:

  • compenso superiore di almeno il 10% del beneficio mensile massimo di cui il percettore può fruire, ossia 780 euro. Ergo, il compenso proposto deve essere di almeno 858 euro, e comunque non può essere inferiori ai minimi salariali
  • il contratto può essere sia a tempo determinato (minimo 3 mesi), sia indeterminato o anche da apprendista
  • l’orario lavorativo può essere a tempo pieno o part time, ma in quest’ultima opzione non deve essere inferiore al 60% dell’orario full time come mostrato dal contratto collettivo.
  • la distanza dal posto di lavoro deve essere di almeno 80 km, o tuttavia deve essere raggiungibile entro 100 minuti. Se il beneficio viene rinnovato, si possono prendere in considerazione anche offerte di maggiore distanza.

Se l’offerta è dunque appropriata, l’azienda può segnalare il fatto che è stata rigettata. Nei primi diciotto mesi, invece, il Rdc viene tolto solo se si rifiuta un’offerta due volte, mentre al primo no, si tolgono 5 euro tutti i mesi dall’importo percepito.

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