Guerra e caro vita, italiani sempre più sfiduciati e pessimisti

Gli italiani guardano al futuro con sempre meno fiducia: la ripresa post-pandemica frustrata da guerra e caro prezzi.

Lo dice il rapporto Acri/Ipsos in occasione della 98esima Giornata Mondiale del Risparmio.

Italiani sempre più sfiduciati per le prospettive economiche dei prossimi anni. Dopo la ripresa post-Covid del 2021, col diradarsi delle limitazioni sociali e commerciai più pesanti a causa della pandemia, il 2022 mette paura agli italiani per la combinazione tra la guerra in Ucraina (che non pare destinata a risolversi a breve) e il caro vita.

In Italia non regna l’ottimismo, come emerge dalla 22esima edizione dell’indagine Acri, realizzata con Ipsos, in occasione della 98esima Giornata Mondiale del Risparmio. Nel Paese serpeggia una generale sensazione di pessimismo, con una famiglia su cinque insoddisfatta della propria situazione economica. Non ci si aspetta molto di buono anche di prossimi 2-3 anni. Preoccupa la guerra in Ucraina: gli italiani temono l’allargamento del conflitto in scontro globale. Quasi otto italiani su dieci (il 78%) sono convinti che la guerra in Ucraina durerà ancora a lungo. C’è timore anche per la minaccia di impiegare le armi atomiche.

Il caro prezzi innescato dalla pandemia e esploso con la guerra preoccupa tutti gli italiani o quasi: un terzo si dice molto preoccupato e due terzi hanno già iniziato a risparmiare sulle spese.

Gli italiani ripensano i propri consumi

Per far quadrare i conti gli italiani stanno ripensando il proprio paniere di consumi, anche se non sembrano disposti a voler fare enormi rinunce: rimane ancora il desiderio di tornare a vivere a pieno regime, soprattutto dopo il brutto periodo della pandemia. Una famiglia su quattro (il 25%, contro il 21% del 2021) non è in grado di coprire spese impreviste anche solo di mille euro. Il 39% delle famiglie invece riesce a coprire le spese non programmate entro i 10 mila euro (nel 2021 erano il 42%). Un dato indicativo della flessione del 2022.

I risparmi messi da parte in passato – in particolare durante il lockdown – consentono a una quota elevata di italiani di affrontare le spese impreviste contando sulle proprie forze. Ma l’alta inflazione e il desiderio di provare a mantenere i consumi assottigliano questa quota, con una famiglia su cinque costrette a fare debiti o a metter mano ai risparmi. In aumento la quota di chi non vive tranquillo se non risparmia (37% nel 2022 contro il 33% del 2021 mentre diminuisce la percentuale di chi riesce a risparmiare senza fare troppe rinunce (49% nel 2022 contro il 53% dell’anno passato).

Rimane la fiducia nell’Unione Europea, nella quale il 57% dei nostri connazionali, soprattutto i più giovani (tra i 18 e i 30 anni), fa pieno assegnamento. Due terzi degli italiani si dicono convinti che Bruxelles sceglierà la strada giusta, anche se i dati risultano in lieve calo rispetto all’anno precedente.

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