Allarme recessione, la Bce avverte: “Rischi per l’area euro”

Secondo gli esponenti della Banca Centrale Europea il 2023 rischia di portare i Paesi dell’euro verso la recessione. 

Ci sono grossi rischi per la tenuta economica europea, è quanto si legge nel rapporto della Banca Central Europea a causa della crisi energetica e della conseguente inflazione, considerando inoltre la bassa crescita dei Paesi europei. Per il vicepresidente della Bce Luis de Guindos infatti “E’ aumentata la probabilità di una recessione tecnica nell’area euro“.

La vulnerabilità di famiglie, imprese e governi più indebitati è in aumento nell’area euro” continua Guindos e “se le prospettive peggiorano ulteriormente, un aumento della frequenza di default aziendali non può più essere escluso, specie per le imprese energivore“. Il rappresentante delle Bce invita quindi i governi nazionali ad “assicurare che gli aiuti ai settori vulnerabili siano mirati, e non interferiscano con la normalizzazione della politica monetaria“.

Nel settore finanziario non bancario stanno emergendo “persistenti vulnerabilità” che richiedono “forte attenzione” delle autorità di vigilanza: “serve fare urgentemente progressi nella regolamentazione” per aumentare la solidità del settore, e “gestire disallineamenti di liquidità e leva finanziaria”.

Stessa preoccupazione per il membro del board della Bce Fabio Panetta secondo il quale i dati “ci dicono che una recessione dell’area euro è probabile fra l’ultimo trimestre di quest’anno e il primo dell’anno prossimo“. Ma Panetta avverte: “La transizione verde non determinerà necessariamente un aumento dell’inflazione. Stimolando la produzione di energie rinnovabili a basso costo, esse possono contenere le pressioni inflazionistiche“. Secondo Panetta “la forte spinta fornita dall’energia all’attuale aumento dell’inflazione non è determinata dalla transizione ecologica”. E “per combattere il cambiamento climatico, le autorità devono attuare misure tempestive, decise, ambiziose, con il necessario sostegno dei cittadini” afferma.

Inoltre “l’attuale aumento delle quotazioni di petrolio è in ampia misura dovuto alle manipolazioni dell’offerta di energia da parte della Russia. Se avessimo avviato per tempo la transizione verde, avremmo potuto progredire più agevolmente verso gli obiettivi climatici, e avremmo potuto limitare la nostra vulnerabilità allo shock energetico e le sue ricadute sull’inflazione“. Il membro della Bce ha quindi osservato che la transizione ecologica è spesso presentata come una minaccia per aspetti essenziali della nostra vita quotidiana, quali il nostro potere d’acquisto e le opportunità di crescita della nostra economia. “Una visione così negativa – ha detto – è ingiustificata. La coincidenza divina non è una vana illusione: la transizione verde può generare vantaggi economici significativi. Dipenderà dalle politiche che adotteremo“.

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