Dicitura “genitore” sul documento dei figli: il commento di Salvini [VIDEO]

Il tribunale di Roma dà ragione al ricorso presentato da una famiglia arcobaleno e boccia il decreto di Salvini sui documenti dei figli. Il leader della Lega: “Non ho parole”.

Matteo Salvini non ha gradito lo stop da parte del Tribunale civile di Roma alla dicitura “madre” e “padre” sui documenti di un minore. La decisione arriva sul ricorso presentato da due madri, quella legale e quella adottiva, contro un decreto del gennaio 2019 dell’allora ministro dell’Interno.

Mio decreto su dicitura ‘mamma e papà’ al posto di ‘genitore’ superato? Che qualcuno sia infastidito dalla parola mamma e papà è surreale – afferma il leader della Lega -. Sono le parole più belle del mondo e non discriminano nessuno, senza una mamma e un papà al mondo non ci vieni. La bambina per nascere ha bisogno di entrambi” afferma Salvini che poi scrive sui social“Usare sulla carta d’identità le parole padre e madre (le parole più belle del mondo) secondo il Tribunale Civile di Roma sarebbe una violazione delle norme comunitarie e internazionali, da qui la decisione di sostituirle con la più neutra parola ‘genitore‘. Illegali o discriminanti le parole mamma e papà? Non ho parole, ma davvero“.

Anche Fratelli d’Italia non è d’accordo con il Tribunale, come affermato dalla deputata di FdI  Carolina Varchi: “Restiamo sorpresi dalla decisione del tribunale civile di Roma che accogliendo un ricorso stabilisce che sul documento d’identità di una bambina dovrà comparire la dicitura neutra di genitore. Fratelli d’Italia contrasterà questa deriva e si batterà in Parlamento per difendere la famiglia tradizionale composta da madre e padre“.

SODISFATTA MONICA CIRINNA’

Esulta invece la ex-parlamentare del Partito Democratico Monica Cirinnà che scrive su Facebook: “Il Tribunale di Roma ha finalmente riconosciuto quel che da anni ripetiamo: l’unica dicitura giuridicamente corretta da riportare sui documenti di identità delle e dei minori è quella di genitori. Solo così si evita la discriminazione e si riconosce che le famiglie nel nostro Paese sono plurali e diverse tra loro. Il decreto voluto da Matteo Salvini quando era Ministro dell’Interno – e, mi dispiace dirlo, mai modificato in seguito nonostante le tante sollecitazioni del Parlamento e le rassicurazioni fornite dai successivi Governi – è illegittimo e non deve essere applicato“. E conclude “Ringrazio Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford che, con determinazione e competenza, hanno portato avanti questa battaglia: il cammino dei diritti prosegue grazie a loro. Il ministro Piantedosi ne prenda atto ed elimini una volta per tutte questa odiosa discriminazione, che colpisce prima di tutto le famiglie Arcobaleno“.

LE FAMIGLIE ARCOBALENO

Per Alessia Crocini, presidente Famiglie Arcobaleno, si tratta di una sentenza scontata e afferma “Andare a scrivere sulle carte di identità qualcosa che non corrisponde alla realtà va contro ogni logica. Siamo dovuti andare in Tribunale a farci dire l’ovvio ma questo è un Paese che ci costringe a lottare contro le battaglie ideologiche di Salvini. Non ci aspettiamo molto dall’attuale ministro degli Interni, ma in un Paese normale una sentenza del genere dovrebbe portare a cambiare la norma. Noi ci appelliamo ai sindaci e alle sindache d’Italia affinché ci aiutino a smontare questa follia ideologica“.

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