Reddito di Cittadinanza, pronte le modifiche. Ecco come cambierà

La Lega è fortemente intenzionata a ridurre la platea dei percettori del Reddito. Parla una navigator: “Mai viste offerte di lavoro congrue”.

Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro in quota Lega, indica quali sono le modifiche che il governo intende apportare al Reddito di Cittadinanza previste nella prossima manovra finanziaria. “Siamo ancora nella fase di studio. Abbiamo proposto di non estenderlo più a vita ma con una tempistica precisa per chi è abile al lavoro: 18 mesi di reddito con sei mesi di stop con formazione e inserimento nel mondo del lavoro, poi un decalage di 12 mesi. Arriviamo a un percorso di 36 mesi di reddito e poi si esce” è quanto affermato dal sottosegretario.

Durgon riconosce “la parte assistenzialistica che ha avuto una grande funzione” nel Reddito, ma afferma che sia stato “un vero fallimento per gli abili al lavoro“. Negli scorsi giorni l’esponente della Lega aveva annunciato “Noi non diciamo che il reddito di cittadinanza deve essere represso. Ma che chi può andare a lavorare deve farlo. Chi percepisce il reddito deve avere la formazione adeguata per rientrare nel mondo del lavoro, non bisogna pensare che non si possono accettare offerte congrue“.

A fargli da eco è il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini. “Nella prossima manovra ci sarà una dovuta revisione di uno strumento che era stato pensato per creare lavoro ma che invece disincentiva il lavoro e penso al Rdc che va lasciato a chi non può lavorare ma non può essere strumento di disincentivo al lavoro” dice il segretario della Lega.

MAI VISTE OFFERTE DI LAVORO CONGRUE

Questa mattina il Sole 24 Ore ha pubblicato una intervista destinata a fare scalpore. Si tratta una Navigator la quale ha scelto di rimanere anonima.” Quante offerte di lavoro congrue ho ricevuto per i percettori del reddito di cittadinanza? Neanche una. Le assunzioni che rispettino le distanze chilometriche dalla residenza proprie dell’offerta congrua sono una vera rarità, figuriamoci quelle a tempo indeterminato. In oltre 3 anni di esperienza diretta sul campo non conosco nessuno che ne abbia avute. So che in regioni come l’Emilia Romagna facevano scrivere, quando veniva offerto un lavoro, che non si tratta di un’offerta di lavoro congrua, ai sensi del decreto ministeriale” ha dichiarato la donna.

La maggior parte dei percettori del Rdc che ho incontrato, pur essendo considerati abili al lavoro, non era occupabile, almeno nell’immediato, perché non lavorava da anni o era scarsamente istruita – continua -. Tra loro i, tre quarti avevano al massimo la licenza media, molte le casalinghe senza alcuna esperienza lavorativa. C’erano solo due laureati e il 10-15% erano diplomati. A tutto ciò si aggiunga la difficoltà di contattarli, specie quando lavoravamo da remoto durante il Covid , ci parlavamo solo per telefono“.

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