Liceo senza voti: l’esperimento di Roma scatena reazioni contrastanti

L’esperimento del Liceo Morgagni di Roma – che da diverso tempo ha rinunciato al sistema dei voti – ha attirato l’attenzione dell’intera nazione.

Il Liceo Morgagni di Roma ha attirato l’attenzione dell’intera nazione dopo aver deciso di eliminare il sistema dei voti. Tutto è partito da una classe, quella del professore di matematica e fisica Enzo Arte. Quest’ultimo, in seguito ad una gita al museo con i suoi studenti, ha pensato di dare inizio all’esperimento.

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L’esperimento del liceo senza voti di Roma (fonte web)

Arte ha notato come l’entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze si sia spento quando ha spiegato alla classe che avrebbe dovuto consegnare una relazione sulla visita. Il professore si è reso conto che i suoi alunni “non avrebbero più vissuto l’esperienza con gli occhi della curiosità” per via del compito assegnato.

Il Liceo Morgagni, un metodo alternativo che si preoccupa del benessere degli studenti

Quello che è nato come l’esperimento di una singola classe presto si è ampliato a tutto il liceo. Non si tratta di una realtà recente: il progetto sta andando avanti da ormai sette anni e sono già due le classi ad aver completato la loro formazione senza ricorrere al sistema dei voti.

Con il suo metodo innovativo, il personale del Liceo Morgagni punta a far sentire gli studenti maggiormente a loro agio. Il voto, infatti, può essere causa di stress per tanti alunni. Secondo le indagini, la situazione nel nostro Stato è particolarmente critica: l’Italia è il paese con la percentuale di studenti che soffrono di stress o depressione più elevata d’Europa.

I ragazzi e le ragazze che studiano in Italia tendono a sentirsi più stressati, ansiosi e depressi rispetto ai loro coetanei negli altri paesi europei. Le pressioni sono in grado di influire sulla salute mentale dei giovani, con esiti decisamente allarmanti.

Per questo motivo il liceo di Roma ha deciso di tentare con un approccio diverso. Gli alunni continuano a fare verifiche ed essere interrogati, ma i giudizi non vengono espressi in forma numerica. Gli insegnanti aiutano i loro studenti a perfezionare il metodo di studio, confrontandosi con essi.

Fondamentale è la collaborazione tra gli alunni, che partecipano a diverse attività di gruppo. L’obiettivo è portarli ad interagire, dialogare e discutere tra loro. Alla fine di ogni trimestre viene data una valutazione, della quale si discute in classe prima di renderla ufficiale.

In tal modo gli studenti si sentono maggiormente coinvolti, mentre calano i casi di alunni demoralizzati. I vantaggi per quanto riguarda il benessere degli studenti sono tanti ma lo stesso Arte ha spiegato che l’esperimento è stato accolto con reazioni contrastanti.

“Togliendo i voti si capovolge il ruolo del docente che deve coinvolgere e motivare tantissimo” ha spiegato, aggiungendo che non tutti i colleghi erano inizialmente favorevoli. Lo stesso vale per i genitori degli alunni: alcuni hanno deciso di iscrivere i figli in altre scuole. Altri, invece, si sono dovuti ricredere.

L’opinione del filosofo Paolo Ercolani

In molti vedono il progetto come innovativo. Ma non sono mancate le opinioni contrarie. In particolare, il filosofo Paolo Ercolani (docente dell’Università di Urbino) ha espresso la sua avversità in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano.

Il filoso sostiene che l’esperimento abbia solamente lo scopo di “portare a compimento l’ormai decennale operazione di istupidimento di un’intera popolazione”. Ercolani non ha nascosto la sua preoccupazione e il suo scetticismo, affermando che ci troviamo davanti ad una “degradazione graduale ma costante dell’istruzione pubblica”.

Gli effetti di tale tendenza, a detta del professore, sono già eventi. Si tratta di un “disastro socioculturale”. In quest’ottica progetti come il liceo senza voti sarebbero destinati solo a rendere la situazione peggiore: il filoso sostiene l’importanza del sistema della votazione, che sarebbe l’unico strumento in grado di “segnalare chi merita ed emerge dalla massa”.

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