Claudio Campiti, chi è l’uomo che ha sparato e ucciso tre donne a Fidene

L’uomo, 57 anni, avrebbe iniziato ad avere una serie di strani atteggiamenti, dopo che il figlio, un minore, era morto in un incidente sulla neve

Avrebbe avuto una serie di denunce in quanto non versava le quote del Consorzio Valle Verde a Rocca Sinibalda (Rieti), ma anche per aver rubato una pistola che poi avrebbe usato per la strage commessa a Fidene stamane, 11 dicembre 2022. Avrebbe rubato take pistola nel poligono a Tor di Quinto, proprio stamattina. Nessuno si sarebbe accorto del furto dell’arma.

carabinieri-meteoweek.com

I carabinieri stanno eseguendo tutti i rilievi del caso nella struttura che potrebbe anche essere posta sotto sequestro. È necessario comprendere che cosa ha portato il 57enne a sparare ai vicini di casa e ai leader del Consorzio. «È entrato e ha sparato, io ho cercato di far scappare più gente possibile mentre altri lo hanno bloccato. Un consigliere lo ha disarmato ma nella colluttazione probabilmente è stato colpito al volto. È stato un eroe, si aggirava ferito prima che lo portassero in ospedale, a chiedere come stavano gli altri». 

All’uomo, due anni fa, i militari dell’Arma avevano già rigettato la richiesta di porto d’armi, e di cui i vicini avevano paura tant’è che l’estate scorsa avevano fatto una segnalazione ai carabinieri in quanto avrebbe fatto minacce a dei ragazzi che stavano giocando in uno spiazzo nei pressi di casa sua.

Campiti aveva perso un figlio minorenne in un incidente in montagna in Nord Italia: il ragazzino si chiamava Romano e aveva 14 anni. Il ragazzo è deceduto schiantandosi contro un albero con uno slittino.

Si ipotizza che da quel tragico avvenimento di dieci anni fa, l’uomo potrebbe aver perso la testa. I vicini di casi, quasi tutti di Roma, hanno riferito che in estate, certe volte, lo hanno visto girare a torso nudo per le strade del centro, e che l’uomo avrebbe avuto atteggiamenti definiti “inquietanti” da chi lo aveva incontrato.

A ciò si sommerebbe anche il blog che l’uomo aveva aperto un paio di anni fa, in cui parla dei vertici del Consorzio come un’associazione mafiosa e il posto che alcuni romani hanno scelto come luogo in cui trascorrere le vacanze, un paradiso penale con la tutela dei comuni attigui a Valle Verde.

Si tratta di un documento che visto ciò che è successo stamane potrebbe anche essere ottenuto dagli inquirenti per comprendere che cosa abbia portato l’uomo a sparare e uccidere persone che conosceva da anni e con cui sarebbero avvenute denunce a vicenda non solo per non aver versato delle quote condominiali del complesso, ma anche per altre ragioni, forse di tipo personale.

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