Influenza australiana, l’epidemiologo Lopalco: “La peggiore del secolo”

Influenza australiana, l’epidemiologo Lopalco avverte: “La stagione influenzale peggiore del secolo”. E rimarca l’importanza della vaccinazione. 

Con l’influenza australiana che corre nel nostro Paese, gli esperti prevedono che ci saranno almeno 10 milioni di contagiati. E mentre è assalto alle farmacie, tanto che medicinali per tosse e gola diventano quasi introvabili, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, ha spiegato su Facebook che la galoppante variante influenzale rischia di essere la peggiore del secolo.

Influenza australiana, l'epidemiologo Lopalco La peggiore del secolo - 14122022 meteoweek.com
Influenza australiana, l’epidemiologo Lopalco La peggiore del secolo – 14122022 meteoweek.com

La stagione influenzale di quest’anno si prefigura peggiore di quella del 2017-18“, ha spiegato attraverso un suo post pubblicato sui social. Con un milione di casi registrati in appena una settimana, l’esperto però sottolinea: “Intensità di circolazione è diverso da ‘aggressività”.

“Vaccinarsi per non passare le vacanze natalizie a letto”

Lopalco avverte: la possibilità di ammalarsi con l’influenza australiana è molto alta per tutti. E consiglia per questo la vaccinazione, soprattutto alle categorie più fragili. Come spiega l’esperto, infatti, nei bambini l’incidenza è almeno 10 volte maggiore che negli anziani. Si tratta della “peggiore influenza del secolo”, da quando in Italia misuriamo in modo standard la circolazione dei virus influenzali (dal 1999-2000).

Un’influenza, dunque, peggiore di quella del 2017-18, che finora deteneva il “record”. Peggiore per intensità, spiega però Lopalco. “Non significa che quest’anno l’influenza sia ‘più aggressiva’. L’influenza è sempre da considerare una malattia impegnativa che si accompagna ad un carico di malattia elevato e potenzialmente letale. Quello che cambia da stagione a stagione è l’intensità di circolazione del virus”, ha infatti sottolineato nel suo post su Facebook.

Ad influire su tale fattore, ha poi rimarcato, sono stati indubbiamente anche i due anni di assenza di circolazione influenzale, coadiuvata dall’uso delle mascherine e dai sistemi di protezione individuale necessari per contenere la pandemia di Covid-19.

Ad ogni modo, i numeri parlano chiaro. Secondo quanto emerso dai dati riferiti all’ultima settimana di rilevazione (il bollettino InfluNet dell’Istituto superiore di sanità) l’incidenza totale è stata pari a circa 16 per 1.000. “Quasi il 2% della popolazione si è infettata in una settimana. Se prendiamo i bambini fra 0 e 4 anni, questo valore sale a 50 per 1.000: il 5%. Se proiettiamo queste stime sulla popolazione italiana, circa mezzo milione di cittadini sono stati a letto con l’influenza in una settimana”, ha spiegato ancora l’esperto.

Non ci è ancora dato sapere se il picco di contagi sia stato o meno raggiunto. La cosa più importante al momento, incalza l’epidemiologo, è quello di proteggersi e proteggere le persone più fragili. In questo senso la priorità rimane quella riferita alla vaccinazione, che rimane legata all’età dei pazienti: prima gli anziani e i bambini fino a 6 anni.

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