Reddito di cittadinanza, cosa cambia con le modifiche della manovra di bilancio

Novità in manovra per il reddito di cittadinanza. Toccheranno soprattutto i percettori occupabili, ecco quanti sono e quali sono le nuove regole.

Il reddito di cittadinanza rimarrà per tutto il 2023 per i non occupabili, gli over 60 e le persone con minori a carico. Per tutti gli altri ci sarà soltanto per altri 7 mesi e con l’obbligo di dover accettare un’eventuale proposta di lavoro.

Finora veniva giudicata congrua un’offerta entro 80 chilometri di distanza dalla residenza di chi percepisce il reddito di cittadinanza, oppure col posto di lavoro raggiungibile in cento minuti di trasporti pubblici. Adesso però il principio dell’offerta congrua pareva essere caduto con l’approvazione di un emendamento presentato da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia). In teoria dunque i percettori del reddito – pena la decadenza del beneficio – dovrebbero accettare qualunque offerta, indipendentemente da dove si trova il luogo di lavoro.

Ieri però è arrivata la precisazione del sottosegretario Claudio Durigon: il criterio della territorialità rimane «anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli». A fissare i nuovi parametri sarà un decreto del ministero del Lavoro a gennaio.

Obbligo di istruzione, che vuol dire

In manovra è stato poi inserito un obbligo di istruzione tra i 18 e 29 anni. Un criterio, giunto su proposta del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che contempla la possibilità, per i beneficiari tra i 18 e i 29 anni di età che non hanno finito la scuola dell’obbligo, di accedere al reddito solo frequentando corsi di formazione o mirati al completamento dell’obbligo scolastico.

Cambiano le cose anche per i percettori del reddito locatari di un immobile. Da ora in avanti la parte del reddito di cittadinanza destinata al pagamento dell’affitto non sarà più a disposizione del beneficiario: sarà versata al proprietario dell’immobile. Il percettore del reddito dovrà trasmettere all’Inps i dati del locatore (le modalità per farlo saranno definite con un decreto del ministero del Lavoro).

Occupabili, quanti sono?

Secondo i dati dii Anpal gli occupabili sono circa 660 mila, un terzo del totale dei beneficiari del sussidio. Già con l’attuale normativa devono sottoscrivere un Patto per il lavoro presso i Centri per l’impiego. A questa platea si dovrebbero aggiungere i circa 173 mila beneficiari della misura che già lavorano ma percepiscono redditi così bassi da rientrare nei requisiti.

In media il reddito di cittadinanza è costato circa 8 miliardi all’anno. Da aprile 2019 fino ad agosto 2022, secondo i dati forniti dall’Inps, per il sussidio sono stati erogati 25 miliardi di euro. Soldi arrivati a 2,24 milioni di nuclei (5,02 milioni di persone in totale) che hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità. Ogni mese di risparmio fa risparmiare circa 340 milioni alle casse statali (solo in riferimento ai percettori occupabili).

Finora il reddito di cittadinanza si poteva incassare per 18 mesi, rinnovabili dopo una sospensione di un mese, ogni volta che ci siano i requisiti per averne diritto. Adesso invece, una volta trascorsi i 7 mesi di formazione, in teoria l’interessato potrebbe chiedere nuovamente il reddito se non ha trovato ancora lavoro. Ma potrà farlo per 12 mesi al massimo e con un importo decurtato del 25%.

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