Manora, ecco le modifiche che colpiranno famiglie, pensioni e giovani

In arrivo entro i prossimi giorni l’approvazione della nuova manovra voluta dal Governo Meloni. Ecco quali sono le principali novità su bonus cultura, pensioni e tasse. 

In Parlamento si lavora per l’approvazione della nuova manovra che prevede importanti novità per i cittadini italiani. La più contestata in questi giorni è quella prevista per il Bonus cultura che in realtà rimarrà così com’è per tutto il 2023. Per i 18enne quindi sono previsti 500 euro da utilizzare per l’acquisto di libri, biglietti per cinema, teatro e concerti e prodotti culturali in generale.

Il bonus cambierà invece nel 2024, verrà raddoppiato a mille euro ma per ottenerlo bisognerà, oltre i 18 anni, essere in possesso delle Carta cultura giovani, destinata a chi fa parte di un nucleo familiare con Isee sotto i 35mila euro e della Carta del merito, destinata a chi ha ottenuto 100 centesimi all’esame di maturità.

TASSE

Slitta la norma che prevedeva lo stralcio delle cartelle esattoriale sotto i mille euro relative al periodo 2000-2015, ora la cancellazione sarà dopo il 31 marzo. Cancellazione automatica esclusa per le sanzioni amministrative come per esempio le multe. I comuni possono decidere di non applicare la norma.

Sempre in tema tasse, arriva la flat tax per chi ha un regime forfettario al 15% con partita Iva, sale per chi guadagna da 65 mila a 85 mila euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Quindi fino a 10mula euro viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, il cuneo fiscale del 3% si allarga per i redditi fino ai 25 mila euro. Fino a 35 mila resta al 2%.

PENSIONI

Vengono alzate le pensioni minime per gli over 75 fino a 600 euro per il 2023. Questa prima modifica, secondo Forza Italia, porterà poi ad arrivare a 1000 euro entro la fine della legislatura ma al momento non ci sono garanzie al riguardo. Fino all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (2.000- 2.500 euro lordi), a scendere per tutti gli altri. Per il 2023 l’adeguamento all’inflazione è fissato al 7,3%.

Anticipo della pensione per chi raggiunge Quota 103, con 62 anni di età e 41 di contributi. Per chi decide di rimanere a lavorare c’è il bonus che prevede la rinuncia al pagamento di tutti i contributi da parte del datore di lavoro per avere la stessa cifra direttamente in busta paga, senza però concorrere al computo della pensione finale. Ridotta l’Opzione donna che arriva a 60 anni di età per i caregiver, invalide dal 75% o disoccupate. Scende a 59 anni se madri di un figlio, 58 dal secondo figlio in poi. L’assegno viene decurtato fino al 30%.

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