Decreto sicurezza, nel testo spazio solo per migranti e Ong: slittano norme su femminicidio e baby gang

Slittano le norme su femminicidi e contrasto al fenomeno criminale delle baby gang. Il governo ha dovuto scegliere il compromesso e prepara la stretta sui salvataggi in mare.

Va verso lo «spacchettamento» il decreto sicurezza messo a punto da Palazzo Chigi e Viminale. Una parte del governo non gradiva l’idea di una misura che intervenisse su materie diverse. Così alla fine si è optato per una soluzione di compromesso: rinviare alla prossima settimana le nuove norme per contrastare la violenza contro le donne e il fenomeno delle baby gang.

Per questo il Consiglio dei ministri convocato nella giornata di oggi approverà unicamente il nuovo codice per le Ong che soccorrono i migranti in mare, che prevede il blocco di ogni attività per chi non osserverà le nuove norme.

Dal Cdm dovrebbe arrivare anche il via libera per alleggerire le procedure burocratiche per chi arriva in Italia attraverso i canali legali – in primis tramite il decreto flussi – e per chi ha diritto ad avere l’asilo politico.

Il nuovo codice per i salvataggi in mare

Scopo del nuovo regolamento è impedire che le navi delle Ong raccolgano i migranti durante il viaggio dalle coste dell’Africa fino all’Italia. Per questo motivo il decreto prevede che per ogni missione possano fare soltanto un’operazione di salvataggio. E dopo aver soccorso le imbarcazioni in difficoltà in mare dovranno comunicare la propria di posizione e il numero di persone raccolte a bordo della nave. A partire da quel momento le navi delle organizzazioni umanitarie non potranno fare altre soste – se non autorizzate dalla centrale operativa – fino al momento dell’approdo nel porto che verrà loro indicato.

Il premier Meloni e il titolare del Viminale Matteo Piantedosi hanno ribadito in più occasioni l’intenzione del governo di non voler «consentire agli scafisti di scegliere chi può arrivare in Italia». Motivo per cui nel testo del decreto c’è anche la norma che proibisce i trasbordi da una barca all’altra. Inoltre le Ong dovranno anche informare i migranti soccorsi della possibilità di chiedere asilo politico. Una norma che si prefigge di imporre l’obbligo di accoglienza per lo Stato di bandiera della nave che effettua il soccorso in mare. Ma alcuni Paesi hanno già contestato questo punto in sede europea.

La bozza che arriverà in Cdm prevede una gradualità nelle sanzioni. Alla prima violazione del codice per la Ong scatterà una sospensione di venti giorni, che diventeranno sessanta alla seconda violazione. Con la terza violazione arriverà la confisca della nave. Non sono previste conseguenze sul piano penale, ma l’armatore o l’ente proprietario della nave rischia una multa tra 10 mila e 50 mila euro. La competenza per le multe sarà affidata ai prefetti.

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