Ancora il Governo contro le Ong: l’esecutivo approva il “Codice etico”

Il Governo Meloni ancora molto duro con i migranti, le nuove norme impongono multe, divieti di sbarco e di salvataggi multipli

Invece di affrontare la questione migranti all’interno delle norme sul comparto sicurezza, il Governo Meloni ha deciso di spacchettare questa questione in maniera autonoma e in opposizione a quelle che sono le indicazioni dell’Unione Europea, per di più non trattando con le parti interessate. Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina un decreto legge che stabilisce un “codice etico” nella gestione dei flussi migratori in arrivo dal mare verso l’Italia. Si tratta di nuove regole che impongono il blocco ai soccorsi multipli di persone al trasbordo di naufraghi, con l’obbligo di chiedere immediatamente al Paese il permesso di sbarco dopo il primo salvataggio. I migranti potranno proporre direttamente a bordo della nave la richiesta di asilo.

Si legge nel testo approvato dall’esecutivo: “Le ong devono chiedere nell’immediatezza dell’evento l’assegnazione del porto di sbarco, che deve essere raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”. A seguire si sottolinea che “devono essere fornite alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane, ovvero, nel caso di assegnazione del porto di sbarco, alle autorità di pubblica sicurezza, le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso posta in essere“.

Per chi si muove in direzione contraria a questa normativa è prevista una multa che va dai 2mila ai 10mila euro per i comandanti, dai 2mila ai 10mila euro per l’Ong e il sequestro della nave, dai 2mila ai 10mila euro per i naufraghi ai quali potrà anche essere negata la possibilità di sbarcare nelle nostre coste. In via processuale si procederà ” in solido con il comandante sono l’armatore e il proprietario della nave“. Le richieste di asilo potranno essere avviate dal comandante dell’imbarcazione tramite la compilazione delle pratiche a bordo, ma qualora la nave si considerasse come territorio dello Stato di cui porta la bandiera, la procedura di responsabilità sarà a carico del Paese indicato e non più dell’Italia.

LA PROTESTA DI SOS MEDITERRANEE

Il nostro lavoro è già ampiamente regolato da un corpus piuttosto sostanzioso di norme internazionali, di Trattati e Convenzioni che regolano il soccorso in mare. Qualsiasi legge nazionale non può essere in contrasto con questo insieme di norme –  afferma Francesco Creazzo, portavoce di Sos Mediterranee -. Le organizzazioni di soccorso civile non operano nell’anarchia. al contrario, ci muoviamo nel pieno rispetto di regole internazionali che quasi tutti gli Stati del mondo hanno firmato e ratificato“.

In effetti finora nessuna delle Ong che ha dovuto affrontare un processo ha ricevuto alcuna condanna in primo grado, questo Codice è un modo per intimorire e prevenire gli sbarchi e i soccorsi in mare. E’ la linea Piantedosi che vuole indurre gli sbarchi verso altri Paesi e limitare gli accessi ai porti. Si aggiunga inoltre che il Codice non prende in considerazione le problematiche relative ai rapporti con la guardia costiera libica e alla grave violazione dei diritti umani che viene perpetrata dalla stessa.

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