Meloni alla stampa: “Avanti con presidenzialismo e giustizia, col Covid ci siamo mossi immediatamente”

Tante le questioni sul tavolo nella tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio.

Molti i temi affrontati da Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno, la prima da premier. La leader del centrodestra sta ancora rispondendo alle domande dei giornalisti quando la manovra di bilancio incassa il via libera al Senato. «È stata approvata con un giorno di anticipo rispetto ai governi precedenti», commenta Meloni.

Con la stampa il presidente del Consiglio ha parlato innanzitutto delle priorità del suo governo. Come la riforma costituzionale, da fare sul modello del semipresidenzialismo alla francese. Meloni inoltre ha difeso tutte le scelte fatte dall’esecutivo nei suoi primi 70 giorni di vita, anche quelle più contestate. Ad esempio il giro di vite su Ong e migranti, la pace fiscale, la flat tax, il decreto ant-rave, la rateizzazione per le società calcistiche.

Il compito che la aspetta non sembra facile, viste le tensioni affiorate talvolta all’interno della maggioranza. Meloni però minimizza i problemi di tenuta interna. «Mi fido dei miei alleati al governo. Al di là di un dibattito naturale, c’è una visione comune. Abbiamo approvato la legge di bilancio e non era facile. Il clima è positivo, non posso lamentarmi».

Riforma della giustizia

Un’altra priorità nel 2023 sarà la riforma della giustizia – invocata in particolare da Berlusconi – con Meloni che invoca al ritorno alla prescrizione prima della riforma Bonafede. Il premier ha difeso anche il presidente del Senato Ignazio La Russa dall’alzata di scudi delle opposizioni che ne chiedevano le dimissioni dopo il post che celebrava i 76 anni del Msi. «Un partito che ha avuto un ruolo molto importante nella storia di questa nazione e che è sempre stato chiaro sulla lotta all’antisemitismo — ha detto Meloni, che sarà presente alle celebrazioni del 25 aprile —. Perché ora deve diventare impresentabile? Non mi piace questo gioco al rilancio per cui si deve sempre cancellare di più».

La prima premier donna si è soffermata anche sul suo predecessore a Palazzo Chigi, Mario Draghi. Meloni riconosce di «sentire chiaramente il peso» ma senza nutrire eccessivi timori reverenziali, anzi di trovare stimolante il confronto con «persone capaci e autorevoli e Draghi lo è».

Covid e Ucraina

C’è poi il capitolo Covid, con la nuova esplosione di contagi in Cina. Da Meloni arriva una bocciatura a lockdown e green pass e assicura che l’esecutivo si è mosso subito. Inoltre insiste su una politica comune in Europa sui tamponi in aeroporto. Per il resto – dopo aver ricordato che le varianti Omicron finora sequenziate sono già tutte presenti in Italia – il premier ribadisce la sua contrarietà al «modello di privazione delle libertà» che, spiega, «non mi è parso così efficace, la Cina lo dimostra».

E sui vaccini dice: «Abbiamo fatto una campagna che invita alla vaccinazione anziani e fragili». Mentre per gli altri, aggiunge, «direi di chiedere al medico e a chi ne sa più di me». Spazio anche per l’Ucraina, col premier che annuncia che andrà a Kiev prima del 24 febbraio.

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