Georgia, il Parlamento revoca la legge sugli “agenti stranieri” dopo le proteste

Dopo due giorni di proteste e scontri tra manifestanti e polizia, il Parlamento ha deciso di fare dietro front. La legge sugli “agenti stranieri” è stata revocata.

Nelle scorse ore sono diventati virali i video che mostrano i violenti scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine in Georgia. Particolarmente emblematiche sono le immagini di una donna che, nonostante i forti getti degli idranti della polizia, è rimasta impassibile sventolando la bandiera dell’Unione Europea tra le sue mani. Le proteste sono iniziate quando il Parlamento ha annunciato la sua intenzione di introdurre la cosiddetta legge sugli “agenti stranieri”. I cittadini sono scesi in piazza per la prima volta nella capitale Tbilisi nella notte di martedì 7 marzo. Non si sono dati per vinti fino a quando, nella giornata di giovedì, il Parlamento ha revocato la norma.

Georgia, il Parlamento revoca la legge sugli "agenti stranieri" dopo le proteste
Georgia, il Parlamento revoca la legge sugli “agenti stranieri” dopo le proteste (Ansa) – meteoweek.com

I manifestanti hanno invaso le strade portando con sé bandiere dell’Unione Europea, dell’Ucraina e degli USA. Hanno poi effettuato un sit-in davanti al Parlamento all’insegna dello slogan “No al controllo totale, no alla legge russa”. Secondo i detrattori la tanto discussa legge sugli “agenti stranieri” deriverebbe esclusivamente dalla volontà dello Stato guidato da Putin. In base al disegno di legge la nuova norma avrebbe obbligato qualsiasi organizzazione che riceve finanziamenti superiori del 20% dall’estero a dichiarare di rientrare nella categoria “agenti stranieri”. Il Parlamento georgiano aveva inizialmente approvato la misura.

Le organizzazioni, in caso di mancato rispetto della legge, avrebbero dovuto fare i conti con sanzioni pesanti. I manifestanti non sono stati gli unici a criticare la misura, accusata di ostacolare le attività delle Ong e dei media. La presidente della Georgia, Salomé Zourabichvili, aveva commentato la legge descrivendola come un’iniziativa “di cui nessuno aveva bisogno”. La leader del Paese, inoltre, aveva dichiarato che l’iniziativa fosse nata solamente “sotto l’impulso di Mosca”. Anche la comunità internazionale aveva espresso la sua preoccupazione al riguardo.

Georgia, il passo indietro del Parlamento e le reazioni internazionali

Josep Borrell, l’Alto rappresentate dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, aveva definito la misura “incompatibile con i valori e gli standard dell’Unione Europea”. Non sorprende, quindi, il fatto che l’Unione Europea abbia accolto molto positivamente la notizia del ritiro del progetto di legge. Soprattutto pensando al fatto che lo scorso marzo lo Stato (noto un tempo come Repubblica Socialista Sovietica di Georgia) ha presentato domanda per entrare nell’UE.

 

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In un tweet, la rappresentanza dell’UE in Georgia ha invitato il Paese a “riprendere le riforme a favore dell’Unione Europea, in modo inclusivo e costruttivo”. È stata messe in evidenzia la necessità di rispettare le 12 priorità a cui la Georgia si deve attenere per essere riconosciuta come possibile candidata. Nel frattempo, Mosca si è detta allarmata davanti al passo indietro del Parlamento georgiano. “Per noi è importante che ci sia tranquillità lungo i nostri confini e in Georgia adesso la situazione lascia a desiderare” ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

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