Putin, il mandato d’arresto della CIG: cosa cambia ora per il presidente russo

A distanza di più di un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Corte internazionale di giustizia ha emesso un mandato di arresto per Putin.

È ormai passato più di un anno dall’inizio del conflitto tra Russa e Ucraina. La guerra è cominciata lo scorso 24 febbraio, quando Putin ha ordinato l’invasione del Paese. Da allora milioni di persone hanno perso la vita e altrettante sono state costrette a lasciare la propria terra. Negli scorsi giorni la Corte internazionale di giustizia ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo, accusato di crimini di guerra.

Putin, il mandato d'arresto della CIG: cosa cambia ora per il presidente della Russia
Putin, il mandato d’arresto della CIG: cosa cambia ora per il presidente della Russia – meteoweek.com

In particolare, Putin è stato accusato della deportazione illecita di bambini originari dell’Ucraina. Questi ultimi, secondo l’accusa, sarebbero stati presi dalle aree occupate del Paese sotto attacco e portati illegalmente in Russia. Il mandato di arresto ha coinvolto anche Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Commissaria per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa.

La notizia è stata ovviamente accolta con entusiasmo da Zelensky, che su Telegram l’ha definita “una decisione storica, da cui partirà la responsabilità storica”. A detta del leader dell’Ucraina, non sarebbe stato possibile prelevare migliaia di bambini dal territorio ucraino, sottraendoli dalle loro famiglie, senza “l’ordine massimo del leader dello Stato terrorista”.

Quali sono gli effetti del mandato di arresto

“Separare i bambini dalle loro famiglie, privarli di ogni possibilità di contattare i loro parenti, nascondere i bambini sul territorio russo, disperderli in regioni remote. Tutto questo è ovviamente politica statale russa, decisioni statali, malvagità statale” ha affermato Zelensky in conclusione del suo messaggio.

Diverso, invece, è stato il parere di Xi Jinping. Il presidente della Cina, che nella giornata di lunedì 20 marzo ha visitato Putin, ha parlato di “doppi standard” in riferimento al mandato di arresto. A detta di quest’ultimo, il Tribunale internazionale dell’Aja non si è dimostrato imparziale mancando di rispetto all’“immunità dei capi di Stato dalla giurisdizione ai sensi del diritto internazionale”.

l presidente cinese ha esortato la Corte a “evitare la politicizzazione”, per la gioia di Putin e della Russia, in cerca di supporto militare ed economico di Pechino. Quali sono le conseguenze del mandato? Il presidente russo ora rischia di essere immediatamente messo agli arresti nei 123 Paesi che aderiscono alla Corte penale internazionale. Il che significa che per lui sarà molto difficile partecipare ai summit politici.

Prima di Putin, erano andati incontro alla stessa sanzione Gheddafi e Bashir. Nel caso del presidente della Russia, c’è tuttavia un’incongruenza che balza all’occhio. Tra gli Stati firmatari dello Statuto di Roma (documento che ha portato alla creazione della CPI) mancano proprio l’Ucraina e Stati Uniti, in quanto rientrano tra i Paesi che non avevano sottoscritto lo Statuto, insieme alla Cina e all’India.

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