Niente mascherine, niente distanziamento, nessun controllo: succede in un locale a Roma

Le immagini della festa, svolta senza alcun tipo di precauzione contro il contagio da coronavirus, pubblicate in alcune “stories” su Instagram.

 

Musica, allegria, balli di gruppo, brindisi: il tutto senza che mai appaia nemmeno mezza mascherina. Sono immagini che si commentano da sole, tra l’altro ingenuamente pubblicate su Instagram e relative ad una festa che si è svolta in un locale di Roma. Video resi pubblici e che documentano una infrazione della legge, di fatto. Perchè, mentre in quel locale si ballava come niente fosse, nel resto del paese gli italiani – o almeno la maggior parte di loro, quella che rispetta la legge – non si sogna nemmeno di potersi concedere momenti di svago di quel tipo.

Leggi anche -> Conte: “Non ho paura del voto sul Mes”. Ma Renzi la pensa diversamente

Citare il bollettino della Protezione Civile – che nella stessa giornata di ieri, durante la quale si è svolto il party, raccontava di altri 564 morti – forse è retorico. Ma il concetto è quello: in tanti, così vicini, in un ambiente chiuso, è pericoloso stare. Non tanto per se stessi – i partecipanti al party appaiono tutti abbastanza giovani – ma per i genitori, i nonni, le persone fragili che fanno parte della quotidianità di tutti e che così si mettono a grave rischio.

 

Comportamenti del genere, poi, rendono quasi surreali le critiche, a volte legittime, sui provvedimenti del governo: perchè se queste sono le premesse, hanno ragione quelli che temono che le vacanze di Natale possano essere la rampa di lancio per la terza ondata. Un video assurdo, quasi offensivo: rimane sempre un mistero, in questi casi, la motivazione per cui un gestore, un proprietario di un locale accetta di mettere a disposizione i propri spazi per episodi del genere. Disperazione? Necessità di guadagno? Semplice menefreghismo? Chissà. Bisognerebbe chiederglielo.

Leggi anche -> Rapporto Censis, la fotografia di un’Italia impoverita e spaventata

Anche perchè si pone la propria attività di fronte al rischio di subire conseguenze anche gravi: sopratutto se qualche partecipante alla festa “proibita” pensa bene di pubblicare immagini e video assurdamente espliciti sui social network. Video in cui, tra l’altro, il nome del locale viene anche urlato. Impossibile non sentirlo. E se fossero arrivati dei controlli? Ma esiste, ci chiediamo, questa possibilità? I controlli – di cui ha parlato anche la ministra Lamorgese – vengono davvero effettuati? O per controlli si intendono soltanto i posti di blocco? Sarebbe utile saperlo, perchè altrimenti il timore è che da questo tunnel – visti i comportamenti che nonostante tutto vengono attuati – ne usciremo veramente tra tanto tempo.

Impostazioni privacy