Il cineasta spagnolo, Pedro Almodóvar, ha festeggiato il suo compleanno il 24 settembre. Una vita raccontata attraverso i film e una carriera costellata di premi. 
Il 24 settembre è stato il compleanno di una grande regista, Pedro Almodóvar. Settant’anni che si possono descrivere attraverso i suoi film che ripercorrono la sua vita. L’ultimo, Dolor y Gloria, è il più autobiografico soprattutto da un punto di vista sentimentale.
Almodóvar dagli spaghetti western a Madrid insieme ad una Super8
Il regista Pedro Almodóvar Caballero cresce in un piccolo pesino dell’Estremadura dove era possibile vedere film solo durante il cinema estivo in piazza. Venivano trasmessi per lo più spaghetti western ma anche film d’autore come quelli dei registi Buñuel, Antonioni e Orson Welles. All’età di dieci anni ha l’opportunità di frequentare una scuola a Càceres e, quindi, di poter vedere dei film americani.
A 16 anni Pedro si trasferisce a Madrid ma non può frequentare la scuola di cinema perché venne chiusa da Franco. Decide così di acquistare una Super8 con il primo stipendio guadagnato lavorando alle Poste e Telefoni. Inizia la sua sperimentazione tra cortometraggi e teatro d’avanguardia nell’attesa di poter acquistare attrezzature meno rudimentali.
Almodóvar, la consacrazione internazionale e i premi come regista
Nel 1983, Almodóvar presenta al Festival di Venezia L’indiscreto fascino del peccato che viene descritto dalla Democrazia Cristiana come un film anticlericale. La stampa dell’epoca non la pesò allo stesso modo e, una volta presentato, gli vennero aperte le porte del cinema internazionale. È nel 1988 con Donne sull’orlo di una crisi di nervi che ottiene la prima nomination agli oscar anche se verrà vinta undici anni dopo nel 1999 con Tutto su mia madre.
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I premi vinti dal regista spagnolo durante la sua carriera sono tanti ma ciò che soddisfa il regista è il riuscire a raccontare le sue storie tramite la cinepresa e nel miglio modo possibile.
