Hikikomori, giovani soli davanti a pc e videogiochi: migliaia anche in Italia

Cosa è l’hikikomori e perchè si verifica? Questo fenomeno di isolamento giovanile ha radici nella difficoltà ad adattarsi alle esigenze della società

Con il termine giapponese hikikomori, letteralmente “stare in disparte”, si intende un fenomeno di disagio giovanile che porta ad un forte isolamento in casa ed attaccamento alla tecnologia. In Giappone era presente dagli anni ’90, con oggi più di 500mila casi accertati, quasi l’1% della popolazione nipponica, mentre in Italia se ne contano 100mila.

Chi sono gli hikikomori?

Sono giovani, soprattutto maschi, dai 14 ai 30 anni, che si chiudono in camera per giorni, mesi, a volte anni, con contatti minimi con l’esterno, rivolgendo pochissime parole ai familiari, senza manifestare interesse per lavoro o studio e mantenendo contatti con il mondo esterno perlopiù soltanto attraverso internet, un’interfaccia “sicura” dietro cui nascondere il loro disagio.

Internet isola dal mondo esterno?

L’utilizzo di internet e videogiochi non risulterebbe essere una causa, che va invece ricercata in componenti sociali, caratteriali e familiari. Le cause sociali sono il rifiuto del mondo esterno, la sensazione di incapacità del ragazzo a rispondere alle esigenze della società e delle sue pressanti richieste.

Lo stress sociale

La realizzazione personale, la bellezza, la moda o simili esigenze collettive diventano fattori di “stress” sociale che possono portare all’isolamento.

Conseguenze del bullismo?

In alcuni casi, l’hikikomori può essere una conseguenza del bullismo: i bambini si sentono isolati e messi in disparte dagli altri, si sentono inadatti, scartati, per questo finiscono per chiudersi.

Tra le componenti familiari che possono favorire il fenomeno vi è un attaccamento eccessivo alla madre unita all’assenza emotiva della figura paterna in casa. Caratterialmente, i ragazzi vittime di hikikomori sono molto intelligenti ma anche molto sensibili, quindi vulnerabili agli insuccessi presentati dalla vita.

Il male degli anni Duemila

E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate – spiega Mario Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, prima associazione italiana di aiuto e informazione sul tema – Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica e lavorativa e chi, invece, molla tutto e decide di auto-escludersi”.

Causa dell’insonnia e dell’assenteismo scolastico

Le avvisaglie del fenomeno ci sono solitamente l’assenteismo scolastico nei casi più giovani, l’inversione del ritmo sonno- veglia, l’auto-reclusione in camera da letto e la preferenza per le attività solitarie.

“Un avvenimento innocuo agli occhi delle altre persone, ma che contestualizzato all’interno di un quadro psicologico fragile e vulnerabile, assume un’importanza estremamente rilevante – spiega Crepaldi. – È la prima fase dell’hikikomori: il ragazzo comincia a saltare giorni di scuola utilizzando scuse di qualsiasi genere, abbandona tutte le attività sportive, inverte il ritmo sonno-veglia e si dedica a monotoni appuntamenti solitari come il consumo sregolato di serie TV e videogames”.

Come fare per aiutare gli hikikomori?

Fondamentale è l’intervento alle prime avvisaglie di assenteismo scolastico e isolamento: genitori e insegnanti dovrebbero lavorare in sinergia per capire a fondo la motivazione del disagio e se necessario, richiedere l’intervento di un professionista, prima di un’acutizzazione del fenomeno.

Mio figlio si chiude in casa davanti ai videogiochi: perché?

L’hikikomori però, non è secondo gli una patologia: non si tratta né di depressione né di fobia sociale, ma da un disagio emotivo che, se cronicizzato e acutizzato, può richiedere l’aiuto di farmaci per poter essere sradicato, e che altrimenti potrebbe sfociare in un disturbo paranoide.

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