Esame di Maturità 2020, cambiano i requisiti: cosa serve per l’ammissione

Esame di Maturità 2020, cambiano i requisiti per l’ammissione. Per poter prenderne parte bisognerà partecipare alla prova durante l’anno.

esame maturità 2020

L’esame di Stato cambia ancora. Dopo la reintroduzione della Storia nella prima prova, e l’eliminazione delle buste per la prova orale, si torna indietro anche per quel che riguarda la prova Invalsi. Per poter essere ammessi al prossimo esame di Maturità, infatti, sarà obbligatorio aver partecipato alla prova durante l’ultimo anno delle superiori.

A confermarlo, la circolare del ministero dell’Istruzione. In una nota si spiega come, “ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’anno scolastico 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione alle prove a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi“.

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Esame di Maturità 2020, ecco cosa serve per essere ammessi

Rispetto all’Invalsi, non conterà il punteggio nell’ammissione all’Esame ma solo il fatto di aver sostenuto la prova. Un’obbligatorietà già prevista dalla legge sulla Buona Scuola nel decreto legislativo sulla revisione degli esami di Stato del 2017. L’ex ministro leghista Marco Bussetti aveva rinviato l’applicazione di un anno. E pure Fioramonti, ora ministro, era stato sempre molto critico rispetto ai test.

Le prove Invalsi di italiano, matematica e inglese di quinta superiore si svolgeranno da lunedì 2 marzo a martedì 31 marzo 2020.

Cambia anche la prova orale

esame maturità 2020

Notevole cambio anche per il sorteggio dell’esame orale. Non ci saranno più le tre buste, specifica la circolare diffusa dal Ministero. Rimane però “l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente – specifica la circolare – dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro“. Con l’immutata finalità di “verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera“.

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