Teatro Eliseo, Barbareschi ai magistrati: “Mando tutti a casa?”

Il gup di Roma ha rinviato a giudizio il direttore artistico per “pressioni illecite nel tentativo di far ottenere all’Eliseo 4 milioni”. Barbareschi non ci sta: “Cosa facciamo in attesa dei tre gradi di giudizio? Chiudiamo tutto? Accuse assurde”

Il rinvio a giudizio per Luca Barbareschi, nell’ambito dell’inchiesta sui fondi al teatro Eliseo, apre una fase di vera e propria incertezza. Sul futuro della struttura non si hanno certezze. “Crollerà, chiuderemo – ha ammesso – i magistrati oltre a chiudere l’Ilva mandano ko anche la cultura. Tuttavia proprio a loro chiedo: chiudo l’Eliseo per sei anni aspettando la sentenza? Ci sono tre gradi di giudizio: nel frattempo cosa facciamo? Mando tutti a casa?”.

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Il rinvio a giudizio per traffico di influenze: la ricostruzione dell’ex esponente di Futuro e Libertà

“Non ho pagato nè corrotto nessuno – silura Barbareschi – se questo è traffico di influenze dico che sta andando avanti da due anni perchè sto lavorando per lanciare un messaggio alla politica. Serve una legge adatta per l’Eliseo, così non sta in piedi. Se è traffico, arrestatemi”. E rincara la dose. “Da cinque anni tengo in piedi un polo culturale e vado a fare il mendicante nei palazzi del potere per dire che il teatro non sopravvive. Oltretutto ho avuto una società che ha preso 50 mila euro per farmi da lobbista in Parlamento, per fare proprio traffico di influenze. Nessuna transazione in denaro con nessuno. Chi avrei corrotto? Ministri? Il presidente della Repubblica?”.

Infine l’amaro sfogo sulla situazione del paese. “Alla città ho regalato un teatro con 12 milioni miei. Per questo passo, mi ritrovo con un rinvio a giudizio, una avviso di garanzia e polemiche sui giornali. Ne vale la pena? E’un paese finito, bisogna andarsene”.

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