La Cassazione conferma: “Il Clan Fasciani è mafia”

Storica sentenza emessa dalla Suprema Corte nel processo alla famiglia di Ostia

 

La II sezione penale della Cassazione ha confermato che quello dei Fasciani è un clan mafioso. La Suprema Corte ha infatti respinto i ricorsi di 10 dei 12 imputati confermando di fatto le sentenze dell’Appello bis, che aveva reintrodotto la mafia. Inoltre il collegio giudicante presieduto da Giovanni Diotallevi ha disposto un nuovo processo d’Appello per Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo per rivedere il trattamento sanzionatorio.

“E’ una sentenza storica – ha commentato la sindaca di Roma Virginia Raggi in aula – Per la prima volta è stato affermato in modo chiaro che a Roma c’è stata e c’è la mafia. Per iniziare la cura – continua la Raggi – bisogna riconoscere la malattia. Adesso Ostia – conclude la prima cittadina – può voltare pagina e alzare la testa, lo Stato c’è e l’amministrazione c’è , oggi con me c’è Federica Angeli che non si è piegata”.

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L’avvocato Giulio Vasaturo, avvocato di parte civile per Libera nel processo al clan Fasciani, ha sottolineato che “è la prima volta che la Cassazione riconosce la mafia Roma. Non era mai accaduto nemmeno ai tempi della banda della Magliana”. “La sentenza di condanna del clan Fasciani – continua l’avvocato Vasauro – segna un nuovo corso della giurisprudenza, vengono riconosciute le mafie autoctone del centro-nord, è una sentenza che farà scuola”.

Anche l’associazione “Libera”, attraverso le pagine del suo sito internet, mostra tutta la sua soddisfazione dopo la storica sentenza.

“Con la sentenza Fasciani – si legge – la Cassazione svelta il volto delle nuove mafie, smentendo ogni diffuso minimalismo circa il reale profilo delle organizzazioni criminali radicatesi nel territorio di Ostia e in generale nel centro-nord Italia .

“Aspettiamo di leggere le motivazioni di questa importante pronuncia – afferma l’avvocato Enza Rando, responsabile dell’Ufficio Legale di Libera – che, riconoscendo la caratura della mafia di Ostia, giungerà a tracciare i criteri fondamentali per l’esatta qualificazione giuridica e criminologica delle mafie autoctone”.

Libera costituita parte civile nel processo anche ieri, nell’aula di Cassazione, era presente con una delegazione di giovani volontari dell’Associazione, che, proprio sul territorio di Ostia e su Roma , si fa promotrice da diversi anni di varie iniziative a sostegno della cultura della legalità democratica e per la promozione e sensibilizzazione dell’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

 

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