Giulio Lolli arrestato subito dopo l’arrivo in Italia. Si ipotizzano reati gravissimi

Rimpatriato dalla Libia, Giulio Lolli è stato arrestato in Italia con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e traffico di armi e munizioni da guerra

Giulio Lolli arrestato subito dopo l’arrivo in Italia. Si ipotizzano reati gravissimi – meteoweek.com

Al suo rientro in Italia, a Roma, dopo essere stato rimpatrio dall’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise) che ha curato i rapporti con le autorità libiche, i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP, su richiesta della procura di Roma, nei confronti di Giulio Lolli, 54enne bolognese, a carico del quale gli inquirenti ipotizzano i reati di associazione con finalità di terrorismo internazionale e traffico di armi e munizioni da guerra.

Al rientro in Italia, oltre al provvedimento per associazione con finalità di terrorismo e traffico di armi notificato dal Ros, sono state anche notificate le due ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Rimini Sonia Pasini, nell’ambito dell’indagine “Rimini Yacht”. I fatti riguardano una estorsione ed una associazione per delinquere, ed il provvedimento è stato notificato su delega del pm di Rimini, Davide Ercolani, dai carabinieri del comando provinciale di Rimini.

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Dalle indagini è emerso – fanno sapere i carabinieri del Ros – come “Lolli sia stato tra i comandanti del cartello islamista Majlis ShuraThuwar Benghazi” e operasse sino “all’ottobre 2017 quale ‘Comandante delle forze rivoluzionarie della marina’”. Majlis Shura Thuwar Benghazi, formazione jihadista controllata dall’organizzazione terrorista Ansar Al Sharia (affiliata ad Al Qaeda, sino al suo definitivo scioglimento avvenuto a novembre 2017), era molto attiva nel 2017 nella città di Bengasi e nel 2017 aveva la sua base operativa a Misurata.

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“Proprio da Misurata – sottolinea il Ros – Lolli si occupava di garantire alle milizie di Majlis Shura Thuwar Benghazi a Bengasi i rifornimenti di armi; approvvigionamenti che, via mare (non essendo sicuro il trasporto via terra), dovevano giungere da Misurata”.

“Le indagini su Lolli sono partite da due controlli – continuano gli investigatori – effettuati in acque internazionali, tra maggio e giugno 2017, al largo della Libia da parte di unità navali operanti nell’ambito della missione militare europea Eunavfor Med – ‘Operazione Sophia’”. In entrambe le circostanze, in ottemperanza alla risoluzione nr. 2292 (2016) del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e in accordo al mandato dell’operazione, il Ros sottolinea che è stato trovato e sequestrato “un ingente quantitativo di armi da guerra, inclusi lanciarazzi e mine anticarro”.

La Procura di Roma, gruppo antiterrorismo, assunta la direzione delle indagini, ha delegato il Reparto antiterrorismo del Ros e, per gli accertamenti iniziali, il Comando di Eunavfor Med – “Operazione Sophia”, a sviluppare le indagini del caso, “dalle quali emergeva che l’imbarcazione fermata era (sino al suo trasferimento in Libia ormeggiata presso il porto turistico di Rimini) originariamente uno yacht registrato in Italia sotto il nome di ‘Mephisto’ poi ridenominato “El Mukhtar” all’atto della sua militarizzazione”.

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Giulio Lolli, secondo l’accusa degli investigatori, “aveva effettuato analoga operazione in precedenza con un’altra imbarcazione, anche questa proveniente dall’Italia, la ‘Leon’, ridenominata ‘Buka El Areibi'”.

Dalle indagini è emerso che “Giulio Lolli, in concorso con altri soggetti, di cui tre già indagati, aveva fatto in modo di porre a disposizione la propria esperienza marittima, ed almeno due mezzi navali fatti venire dall’Italia, nella formazione e organizzazione delle truppe del Majlis Shura Thuwar Benghazi”.

 

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