Sentenza Cassazione, Roberta Ragusa fu uccisa per soldi

Sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha confermato i verdetti di primo e secondo grado, con la condanna del marito Antonio Logli a 20 anni di carcere. “Lui non voleva separarsi”

Roberta Ragusa

Secondo i giudici della Corte Suprema, la condanna definitiva a 20 anni di carcere del marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli, per omicidio volontario, pur in assenza del cadavere della vittima, mai ritrovato, “si fonda su solidi argomenti”. La sezione I della Cassazione, dopo due verdetti-fotocopia in primo e secondo grado, mette un punto definitivo alla vicenda. Le motivazioni che chiudono la vicenda sono state rese note. “Roberta Ragusa aveva disponibilità di denaro, derivante dall’attività di gestione dell’autoscuola. Costituisce un dato certo che il Logli, nonostante la lunga relazione con la Calzolaio, non avesse mai inteso separarsi”.  L’omicidio dell’imprenditrice di Gello (Pisa) avvenne circa 8 anni fa.

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La ricostruzione dei giudici. Cinquanta pagine di motivazioni

I giudici, nelle 50 pagine di motivazioni, hanno ripercorso quanto successo la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 nella casa di Logli. “Mentre la moglie stava compiendo ordinarie attività domestiche prima di coricarsi – si legge –  l’uomo si era ritirato in soffitta ed era stato impegnato in tre conversazioni con la Calzolaio, l’ultima delle quali, iniziata alle ore 00.17, poi interrotta bruscamente”.

A quel punto, la scintilla. Lei abbandona la casa senza indossare indumenti ulteriori, verosimilmente per paura e timore della propria incolumità. Aveva infatti spiato e scoperto il perdurare della relazione del marito con la Calzolaio.

L’uomo la cerca ed esce fino al tragico epilogo, come scrivono i giudici: “Logli aveva litigato con lei e l’aveva costretta a forza a salire sull’auto, venendo visto e sentito dal Gozi. La Gombi aveva percepito le grida dalla sua abitazione senza poter comprendere da chi provenissero. Abbandonato il luogo in tutta fretta, l’aveva quindi condotta in altro luogo rimasto ignoto per poi sopprimerla con modalità non accertate. Ne fece sparire definitivamente il corpo”. Corpo mai ritrovato a distanza di otto anni.

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