Jobs Act, arriva la sentenza: “Provvedimento irragionevole”

La Corte d’Appello si è pronunciata in maniera negativa contro il provvedimento promosso dal Governo Renzi. “Il Jobs Act è irragionevole e non garantirebbe una tutela effettiva ai lavoratori”.

Matteo renzi jobs act

È appena arrivata una nuova pronunciazione negativa nei confronti del Jobs Act. La riforma del diritto del lavoro, promossa in Italia dal governo di Matteo Renzi, è finita al centro di richieste di intervento da parte di alcuni tra i tribunali più autorevoli del nostro Paese. E così, dopo che ad agosto scorso fu il Tribunale di Milano a pronunciarsi contro il provvedimento incorporato tra il 2014 e il 2015, ecco che arriva una nuova richiesta in termini legali. Questa arriva dalla Corte d’Appello di Napoli, la quale ha chiesto addirittura intervento della Corte Costituzionale e dell’Unione Europea in merito.

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Secondo i giudici della corte partenopea, il Jobs Act sarebbe un provvedimento “irragionevole e che non garantirebbe la tutela effettiva ai lavoratori“. In particolare, ci si è focalizzati su alcuni punti della riforma del lavoro. In primis un particolare automatismo del contratto a tutela crescente. Si tratta di un nuovo tipo di accordo a tempo indeterminato, rispetto al quale si applicano garanzie contro il licenziamento senza giusta causa. Si parla di tutela crescente perchè è legata alla durata del rapporto di lavoro, ma la Corte Costituzionale ha definito illegittimo questo genere di provvedimento.

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E poi c’è la questione relativa alla procedura dei licenziamenti collettivi. Il Jobs Act, infatti, ha violato i criteri di scelta in sede di fine del rapporto di lavoro con più di un dipendente. E questo ha dato il via alla ricerca di una serie di rimedi, trovandone ben tre. Una situazione che ha provocato la reazione da parte della Corte d’Appello napoletana, che ha invocato l’intervento di Corte Costituzionale e Corte Europea. Inoltre la nuova disciplina che si oppone ai licenziamenti collettivi – che come detto è considerata irregolare – violerebbe anche i diritti dell’Unione Europea. Dunque le ordinanze emesse dai giudici di Napoli diventano due. È richiesto l’intervento della Corte di Giustizia dell’Unione rispetto alla compatibilità del rimedio previsto dal Jobs Act per licenziamenti collettivi illegittimi rispetto al diritto comunitario.

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