Suora violenta una ragazza, lei si uccide. Ora arriva la sentenza

Violentò una ragazza di 26 anni che poi si tolse la vita. Maria Angela Farè, che al tempo dell’abuso commesso era una suora, è stata condannata definitivamente.

Maria Angela Farè ed Eva Sacconago

3 anni e sei mesi di carcere: è la condanna definitiva che la Corte di Cassazione ha stabilito per Maria Angela Farè, ex suora che – secondo i giudici – violentò una ragazza. La giovane, Eva Sacconago, poco dopo si tolse la vita. La Corte Suprema, rigettando il ricorso dei legali della Farè, ha dunque confermato la sentenza della Corte d’Appello di Milano che, nel marzo scorso, aveva stabilito la colpevolezza della suora e l’entità della pena.

Leggi anche ->Gioia Tauro, donna esce di casa e tenta il suicidio. Lascia un SMS al figlio: “Ora mi ammazzo”

Una storia oscura e drammatica quella che si è conclusa – almeno dal punto di vista giudiziario – con la decisione della Cassazione. Maria Angela Farè, ai tempi suora, conobbe la giovane Eva nell’oratorio della chiesa di S.Edoardo, a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Tra la religiosa e la ragazza si stabilì un rapporto prima di confidenza, poi sentimentale e sessuale. Secondo quanto raccontato nel processo – di cui si è parlato anche nella trasmissione “Un giorno in Pretura” – il rapporto durò per anni, trasformandosi in un incubo per la ragazza. Nel maggio del 2011, la violenza. L’atto sessuale, riconosciuto non consenziente dal Tribunale, probabilmente portò – o contribuì – alla decisione di Eva di farla finita. La ragazza infatti si suicidò poche settimane dopo.

Eva Sacconago

Leggi anche ->Martina Rossi muore cadendo dal balcone per tentato stupro: sconto di pena per i condannati

La procura, in primo grado, aveva richiesto una pena molto dura per Maria Angela Farè: dieci anni di carcere. Abusi sessuali, stalking e violenza privata i reati contestati. La donna però è stata condannata per un solo episodio di violenza sessuale, quello del maggio 2011. La Farè dovrà dunque scontare tre anni e sei mesi di carcere. E non potrà accedere a misure alternative alla detenzione. Il reato da lei commesso è considerato ostativo alla sospensione della pena. La famiglia di Eva Sacconago, che in una intervista aveva pubblicamente chiesto giustizia per la figlia, era parte civile nel processo.

Impostazioni privacy