Checco Zalone ospite a Sanremo, ma le condizioni ferree del Festival non cambiano neanche per lui

Mentre cresce l’attesa per l’uscita nelle sale di “Tolo Tolo”, l’ultimo film di Checco Zalone, (produzione Pietro Valsecchi), c’è la corsa ad assicurarsi la presenza del comico barese nelle principali trasmissioni televisive. Lui programma la promozione per il suo film ma si lascia desiderare dalla tv.

Checco Zalone -meteoweek

È bastata la pubblicazione su YouTube del video di “Immigrato” per creare un caso che va dal politico al giornalistico al sensazionalistico. Checco Zalone è indiscutibilmente il personaggio dell’anno che si chiude, ma anche del 2020 che si apre.

Capodanno si aprirà in più di duecento sale, immediatamente dopo la mezzanotte, con la programmazione di “Tolo Tolo” e le prevendite dicono che non ci sarà posto nemmeno sugli scalini. A dimostrazione del fatto che il pubblico italiano ha ormai da tempo incoronato il comico di Capurso come il proprio rappresentante per eccellenza. La sua lunga intervista sul Corriere della Sera di qualche giorno fa è stata ripresa persino all’estero: in un momento come questo un comico che in Italia parla di immigrazione al contrario, e cioè di fuga verso un paese africano per sfuggire a tasse e agenzia delle entrate è indubbiamente una notizia. Ma c’è molto di più.

Checco Zalone corteggiato dalla RAI?

Dai corridoi di viale Mazzini è trapelata la voce che proprio Zalone sarebbe stato contattato come ospite per il Festival di Sanremo: la richiesta sarebbe stata di Amadeus, direttore artistico della rassegna che voleva un nome davvero sensazionale, soprattutto dopo che Fiorello ha declinato l’invito a tornare in scena con l’amico e collega con cui ha diviso molti anni di attività a Radio Deejay. In questo Zalone, al secolo Luca Medici, è davvero abile: essere presente quanto basta per farsi promozione e farsi desiderare.

Sanremo arriverebbe con “Tolo Tolo” ancora in piena programmazione e in previsione di qualche prossimo show. La tv lo corteggia, e molto: ma le regole che il comico cerca di imporre sono poche e semplici. Avere la libertà di espressione comica, una cosa non sempre facile e contrattabile in uno show come quello sanremese.

C’è poi un’ulteriore complicazione: “Tolo Tolo”, che Zalone firma anche come regista, per la prima volta dopo quattro film da sceneggiatore e protagonista, è distribuito da Medusa, e dunque da Mediaset che ha sempre distribuito in esclusiva i suoi show e che anche in questi giorni sta replicando a raffica gli spettacoli teatrali “Resto Umile” e “Checco Zalone “Show” che sono in palinsesto su Mediaset Extra. Prima della proiezione di “Tolo Tolo” i canali Mediaset trasmetteranno quasi tutti i film di Zalone le cui presenze in Rai sono state abbastanza rare per la verità. L’ultima è stata proprio con Fiorello a Viva RaiPlay in una irresistibile interpretazione di “La nostalgie de bidet”.

Zalone maestro nel farsi desiderare (e incassare)

Erano quattro anni che il comico non si presentava con un film, l’ultimo era stato “Quo Vado”, record assoluto di incassi per un film italiano con 65 milioni di euro (10 milioni di costi, in gran parte promozionali) secondo solo ad “Avatar” di James Cameron e appena sopra “Sole a Catinelle”, sempre di Zalone.

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Checco Zalone -meteoweek

“Tolo Tolo” è di gran lunga il suo passo più ambizioso avendo deciso di realizzare anche la regia. La TV resta la grande tentazione, la suprema ammaliatrice ma il comico sembra aver deciso anche questa volta di nascondersi e aspettare.

Dopo i botti di Capodanno si aspettano quelli di Checco Zalone e magari, anche sulla base del risultato del film e del consenso del pubblico – quello della critica che ha assistito alle anteprima ha già sentenziato che questo è di gran lunga il suo miglior film – anche una riapertura di un possibile arrivo a Sanremo o in prima serata per un grande show. Da un pezzo la Rai avrebbe voluto un nuovo spettacolo in peak time con Fiorello che ha ridimensionato il progetto a una breve striscia in chiaro per poi esibirsi su RaiPlay. Checco Zalone, non troppo politically correct per la Rai, resta il sogno proibito.

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