Il M5S si divide su Paragone. Di Battista: “Gianluigi è più grillino di tanti altri”

L’espulsione del senatore Gianluigi Paragone divide il Movimento 5 Stelle. Di battisti ne prende le difese. Paragone annuncia su Facebook che farà ricorso.

Il senatore Gianluigi Paragone, il primo gennaio 2020, è stato espulso dal Movimento 5 Stelle, ma all’interno del partito pentastellato non tutti sono d’accordo con la decisione dei probiviri. Fra tutti, l’ex deputato Alessandro Di Battista, molto vicino a Paragone soprattutto per aver condiviso la contrarietà alla nascita del governo Pd-M5S, lo scorso settembre.

Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali”, ha affermato Di Battista su Facebook, commentando un post dell’attivista Angela Bosco, critica nei confronti della decidione dei probiviri 5 stelle. “Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui”, ha detto. “Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”.

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Di Battista e Paragone, qualche giorno fa, mentre Beppe Grillo e Davide Casaleggio erano in Senato per incontrare i parlamentari, sono stati visti cenare insieme con altri attivisti. Paragone è stato cacciato dal Movimento dopo aver votato contro la fiducia al governo sulla legge di Bilancio e per alcune sue dichiarazioni. In particolare, Paragone, intervenuto alla trasmissione tv Agorà, aveva dichiarato: “Di Maio non ha più il potere del capo politico”, suscitando non poche polemiche.

Subito dopo aver saputo della sua espulsione, Paragone ha postato su Facebook la foto di una pagina bianca, con carta intestata del Senato, con il commento: “Sono stato cacciato dal nulla”. Paragone ha anche ringraziato Di Battista: “Ringrazio per le belle parole che ha usato per me, in mia difesa. Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo, perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”.

Inoltre, Paragone ha anche registrato e diffuso un video nel quale protesta con chi ha deciso la sua espulsione, e annuncia che farà ricorso:  “Io farò ricorso e se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria”. “Cari falsi probiviri, cari uomini del nulla, voi avete paura di me perché io ho quel coraggio che voi non avete più. Contro la meschinità del vostro arbitrio mi appellerò”.

Paragone si scaglia contro quella “volontà politica di espellere qualcuno perché è un rompicoglioni, perché è qualcuno che ti sta obbligando a prendere coscienza del fatto che le battaglie radicali, identitarie, antisistema del Movimento 5 stelle non sono combattute con quella forza. Ecco qual è la mia unica colpa, e quindi sono stato sbattuto fuori da questo nulla, il nulla di queste persone che si arrogano il diritto di prescindere dalla correttezza delle norme”.

“Ci sono – conclude – tanti altri casi aperti prima del mio e ci sono tanti altri casi che dovrebbero essere disciplinati. Però Paragone deve essere buttato fuori, perché? Perché è uno strano Savonarola, è uno strano predicatore, che tra l’altro ci costringe a guardarci allo specchio. Questo Paragone si appellerà all’ingiustizia arbitraria dei probiviri, cioè degli uomini del nulla, guidati da qualcun altro che è il nulla”.

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