Turchia: ‘scacco’ a Europa e Trump. Ok Parlamento per invio truppe in Libia

Nonostante gli appelli di Bruxelles, Erdogan e il suo Parlamento hanno deciso di inviare truppe militari in Libia a sostegno di Fayez al-Sarra.

Erdogan snobba l’Europa

A nulla sono valsi gli appelli di dialogo giunti da tutta Europa (Italia compresa), perchè il Parlamento turco ha dato il via libero all’invio di truppe militari in Libia. Questo non vuol dire che sarà guerra contro Khalifa Haftar, ma certo vuole essere un deterrente a fronte di uno sterminio che negli ultimi giorni, secondo l’Onu, ha raggiunto numeri impressionanti.

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Se il generale Khalifa Haftar che da aprile cerca di conquistare Tripoli decidesse di ritirare le sue truppe, Ankara terrebbe lontane le sue truppe da un conflitto che secondo stime Onu finora ha causato la morte di oltre 2.000 combattenti e più di 280 civili. Il voto al parlamento turco previsto per la prossima settimana ma si è deciso di anticiparlo per le difficoltà incontrate dal governo libico di Fayez al-Sarraj, (Gna).
I parlamentari turchi hanno approvato con ampia maggioranza – 325 deputati a favore e 184 contrari – una mozione che per un anno consentirà al presidente Erdogan la libertà di poter mandare soldati sul campo di battaglia interna. Una mossa che rischierebbe secondo molti di trascinare nuovamente il Paese nell’inferno di una guerra civile senza esclusione di colpi.

Fayez al-Sarraj

Preoccupazioni sono state espresse in tutta Europa, con l’Italia in prima fila, ma anche gli Stati Uniti con Trump con una telefonata ad Erdogan che lo ha messo in guardia contro ogni “interferenza straniera”.

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“Il voto del Parlamento turco sulla Libia aumenta le tensioni in un quadro già drammatico”, ha precisato il viceministro degli Esteri Marina Sereni.
Nei giorni scorsi era stato il premier Giuseppe Conte a telefonare a Erdogan per “scongiurarlo” di evitare la svolta militare. Subito dopo il voto di Ankara anche Bruxelles ha ribadito il suo appello a “cessare tutte le azioni militari e riprendere il dialogo politico” e messaggi preoccupati sono arrivati dai Paesi confinanti Algeria e Egitto e dalla Lega Araba, che si oppone a ogni ingerenza straniera nel Paese.

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