Alarm Phone: “Ci sono migranti dispersi in mare, non riusciamo a trovarli”

Ci sarebbero in mare circa settanta persone in difficoltà, che erano scappate dalla Libia su una barca di legno, di cui si sono però perse le tracce.

Si spera di evitare una nuova tragedia in mare. Ma le notizie, per ora, non sono rassicuranti. Secondo Alarm Phone, la piattaforma che aiuta i migranti nel Mediterraneo, ci sarebbero una settantina di persone disperse in mare. “Un’altra barca con 60-75 persone ci ha chiamato dopo essere fuggita da al-Zawiyya in Libia. Le autorità sono state immediatamente avvisate”. Lo hanno fatto sapere su Twitter. Open Arms è stata informata e li ha cercati, ma senza successo“.

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Intanto la nave Open Arms, dopo i 44 migranti salvati ieri, ha soccorso in serata altre 74 persone, “donne, donne incinta, bambini e neonati, in stato di shock”. Si è trattato di un soccorso “molto complesso”, ha spiegato la Ong spagnola, anche per la presenza di “una motovedetta libica con atteggiamento ostile. Due dei naufraghi, presi da loro a bordo, si sono lanciati in acqua e li abbiamo soccorsi”.

Ieri i primi due sbarchi del 2020, il secondo in Sardegna

Nel pomeriggio c’è stato il primo sbarco dell’anno a Lampedusa, con 97 migranti stipati su un barcone, avvistato in matinata a due miglia dall’isola. Ma nelle acque del Mediterraneo, a bordo delle navi delle due Ong presenti nell’area, ci sarebbero altre 163 persone bisognose di un porto sicuro. Dall’inizio dell’anno a oggi i migranti arrivati sulle nostre coste sono stati 228 ( 53 l’anno scorso) ma nelle ultime 24 ore gli avvistamenti si sono intensificati.

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Un nuovo sbarco di migranti si è verificato anche sulle coste del sud Sardegna. Ieri i carabinieri hanno rintracciato otto algerini che erano appena arrivati in località Maladroxia, a Sant’Antioco.  Gli otto Migranti, tutti uomini in buone condizioni di salute, si stavano allontanando forse per raggiungere il centro e poi spostarsi con i mezzi pubblici quando sono stati bloccati. Dopo le visite mediche e le identificazioni, sono stati trasferiti nel centro d’accoglienza di Monastir (Cagliari).

 

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